Author Archives: Luca Alagna

secondo la Cassazione Internet non è la carta, servono regole diverse

Una sentenza della Corte stabilisce che il gestore di un blog o il direttore di un giornale online o un hosting provider non possono essere responsabili di “omesso controllo” in caso di contenuti diffamatori, come previsto dall’art 57 c.p. per la stampa cartacea (a meno che non ne siano già al corrente).
Si chiude quindi per il momento anche in Italia l’annosa vicenda che vedeva la comunicazione online a continuo rischio di censura soprattutto a causa dei caratteristici commenti e delle interazioni dei lettori (pardon, amici).
Infatti con la presunta ed erronea equiparazione tra carta e web qualsiasi commento diffamatorio sfuggito al controllo del gestore o anche presente per un periodo limitato di tempo prima di essere cancellato (ma adeguatamente registrato) poteva portare a conseguenze penali.
Questo comportava una forma di abuso abbastanza diffuso: per colpire qualcuno bastava inserire artificiosamente e “anonimamente” un commento diffamatorio. Continue reading

il Corriere che sarà: il nuovo giornalismo passa solo dai giornalisti o anche dagli editori?

In questi giorni i giornalisti del più autorevole quotidiano italiano, il Corriere della Sera, sono in sciopero sia su carta che online.
Motivo del contendere uno scontro col direttore Ferruccio De Bortoli che in una brillante lettera (che vi consiglio caldamente di leggere) gli chiede di abbandonare vecchi privilegi sindacali, essere più flessibili e orientati a Internet.
Scritta in un modo magistrale, sembra un inno alla rivoluzione digitale nel giornalismo (e forse lo è) ma lascia qualche dubbio.
Oggi quasi tutti gestiscono la versione online di un quotidiano con una redazione a parte, che ha dei ritmi elevatissimi, molto diversi dagli altri settori, dove si riesce invece a coltivare l’approfondimento.
Questo distacco esiste da sempre (addirittura per le versioni digitali iPad o iPhone i giornalisti del Corriere su carta si rifiutano di scrivere) ed è indubbiamente un freno all’evoluzione del giornalismo nelle grandi redazioni.
De Bortoli vuole che questo muro cada, che la velocità aumenti per tutti, che nessuno sia più inamovibile e che si possano affrontare molti progetti “multimediali”.
Già in molte redazioni straniere Internet è l’acqua di cottura comune ma cosa succede quando è l’editore a imporre arbitrariamente questo e non è frutto di un mutamento culturale e professionale?
Ha senso chiedere adesso, e così, a giornalisti d’esperienza di aumentare i ritmi, rinunciare a un percorso, aumentare la durata dell’impegno e scrivere in aggiunta per tutte le nuove iniziative “multimediali”?
Chi decide quale sarà e a cosa servirà la redazione del futuro?
Non è la paura del nuovo o la pigrizia verso le nuove tecnologie, di cui spesso io stesso accuso i vecchi giornalisti, manca qualcosa. Continue reading

Windows Live Spaces chiude e passa i suoi utenti a WordPress.com. Inizia una nuova era del blog?

Microsoft ha preso una decisione saggia: fare solo ciò che sa fare bene.
Ha deciso quindi di chiudere i blog di Windows Live Spaces e di passarli a WordPress.com attraverso un accordo.
Agli utenti verrà proposto automaticamente il passaggio (o il salvataggio dei propri contenuti e la chiusura), verrà proposto il collegamento tra il nuovo blog e il proprio Messenger (in modo da inviare aggiornamenti ad ogni nuovo post) e verrà addirittura mantenuto il reindirizzamento automatico dal vecchio blog al nuovo.

È un passaggio importante per Internet perché non solo Microsoft libera 30 milioni di utenti/blogger nell’ecosistema comune ma lo fa verso una piattaforma open, già popolarissima con 26 milioni di blogger.
La piattaforma di Spaces proponeva un blogging poco personalizzabile e molto chiuso sui prodotti Microsoft.
In definitiva Windows Live, pur avendo avuto il merito di introdurre la scrittura su blog a milioni di persone, rendeva i suoi blogger meno consapevoli e poco propensi ad uscire fuori dal sistema, abbassandone la qualità dei contenuti.
Ora questi utenti si troveranno di fronte a un’esperienza d’uso molto diversa, potenzialmente in connessione con nuove reti, con un’orizzonte molto più ampio.
Questa nuova esperienza potrebbe indurre molti ad adeguarsi a contenuti migliori e ad approfondire nuovi temi.

Il blog non solo non è morto ma si avvia ad essere uno dei cardini dell’Internet futura.

i video-messaggi su internet sono uguali alla TV o permettono la replica?

Dopo la febbre del video-messaggio di Fini su Internet i giornalisti tradizionali iniziano a porsi delle domande.
Filippo Ceccarelli su Repubblica si chiede se non sia una comunicazione unilaterale, comoda, priva di interruzioni e di repliche.
Associa il video di Fini a quello di Berlusconi nella stessa giornata e paragona il tutto all’inizio della videocrazia nel 1994.
L’aspetto divertente è che lo fa scrivendo da una pagina web in cui la gente (quelli che erano “i lettori”) può interagire, lasciare commenti e consigliare l’articolo ai propri amici su Facebook (già in 261 lo hanno fatto).
Come si coniuga, invece, questa voglia matta di interruzioni e di domande scomode da parte dei giornalisti tradizionali con le interviste in TV che si trasformano in veri e propri comizi solitari e le conferenze stampa che molto spesso finiscono con gli applausi (ripeto: gli applausi) della stampa presente?

Il video ufficiale di Fini su YouTube (quello pubblicato dalla redazione d Libertiamo.it) a poche ore dalla pubblicazione raccoglie già 480 commenti.
Vi immaginate un giornalista che fa 480 domande o osservazioni a un politico? In Italia non si è mai visto.
In realtà il video è stato ripreso e pubblicato da centinaia di siti, ognuno con i loro commenti, dai TG nazionali, dai siti dei quotidiani stranieri con i commenti nelle relative lingue. Continue reading

i Social Media spesso arrivano anche ai mass-media. Gratis. si può prevedere di guadagnare spazio in TV?

Lucas Cruikshank è un attore di 17 anni che è diventato un cult negli USA.
Ha passato gli ultimi anni ad interpretare il personaggio di un 6-enne un po’ svitato, Fred Figglehorn, su YouTube.
Al suo canale online sono iscritti 2 milioni di persone e i suoi video casalinghi fino ad oggi sono stati visti 600 milioni di volte.
La popolare TV Nickelodeon lo ha scritturato e sabato Lucas debutterà sul piccolo schermo con il suo primo film “Fred” ma già è partito il progetto di una sua serie TV per il 2011 dal titolo “Marvin, Marvin”.

Il web è sempre stato pieno di tentativi di farsi notare per arrivare ai mass-media ma ora con i Social Media sembra che siano esattamente le culture provenienti da Internet ad interessare TV, radio e carta, non le loro imitazioni.
È proprio nella natura di Internet, al contrario per es. della TV, di affiancarsi e collaborare con altri media teoricamente autosufficienti o autoreferenziali.
Questo vuol dire che è sempre possibile avere spazio in TV attraverso i Social Media? No. Ma è plausibile a patto di mantenere originalità e genuinità nella proposta alla propria rete online.
In altre parole via i classici format e le vecchie idee su “ciò che funziona sempre” e spazio alla creatività e al coraggio. Continue reading

i Social Media fanno piccoli numeri? e con quali metriche li stiamo misurando?

È la considerazione prima in classifica tra i top manager italiani, soprattutto di chi è vicino al mezzo televisivo: “i Social Media? sì molto belli, ma sono numeretti“.
Eppure vediamo sotto i nostri occhi cambiamenti rilevanti dovuti a Internet, nell’informazione (dall’Iran a Wikileaks), nella politica (quando vediamo scendere in piazza un milione di persone che si sono dati appuntamento su Facebook), nella vita privata (quanti non danno più il cellulare ma il contatto Facebook?) e così via.
Sembra un fenomeno imperscrutabile ma di cui abbiamo la certezza di un’affermazione futura.
In realtà i Social Media stanno già cambiando la nostra vita, il mercato, i comportamenti d’acquisto solo che non abbiamo ancora strumenti univoci per misurarlo come accade per la TV.
La TV ha caratterizzato un’epoca, ha segnato l’affermazione della comunicazione di massa (e della cultura di massa) ma ora viene affiancata da un altro mezzo, Internet, che non la sostituisce (non punta a sostituire alcun media) ma la cambia.
Stiamo passando dall’era dell’audience all’era dei gruppi sociali. Continue reading

l’UDC di Casini cambia nome e si affida al crowdsourcing

L’UDC cambia nome e invece di ingaggiare la classica agenzia decide di affidarsi a una community italiana online di crowdsourcing su creatività e grafica.
Gli iscritti alla community Bootb possono inviare proposte sul nome fino al 1 gennaio 2011, il brief è pubblico e il premio per il vincitore è di 5000$.
Credo sia il primo partito politico in Italia presente in Parlamento che si affida al web per rinnovare un patrimonio importante come il proprio nome.
L’operazione prevede indubbiamente un ritorno comunicativo ma non è da sottovalutare una buona dose di coraggio di mettersi in gioco.

l’iPad è utile? dipende se trovi un’app giusta per te

Negli ultimi tempi la domanda che mi fanno più frequentemente (e immagino capiti a tanti altri) è questa.
“Mi serve l’iPad?” “È utile?”.
La risposta è sempre: “dipende, se trovi l’app giusta per te (almeno una) diventa uno strumento insostituibile, altrimenti è solo un bellissimo pezzo di plastica”.
Ma la successiva domanda è quella che arriva al punto: “Ci posso installare XYZ?” (dove XYZ è generalmente un software professionale).

Il punto è proprio questo, l’iPad non è un personal computer, non è un notepad, non è un netbook.
Cioè non è un dispositivo multiuso come il computer a cui siamo abituati, in cui il valore dello strumento è proporzionale alle possibilità offerte (ingressi, uscite, potenza, capacità ecc.).
Persino gli smartphone ci stanno abituando a questo modello: poterci fare tutto.
L’iPad al contrario è un dispositivo implicitamente specializzato. In cosa? Continue reading

presentare un’idea in 5 minuti, Ignite Italia

Se vi sono mai capitate quelle presentazioni, in una riunione o in un convegno, in cui il relatore si dilunga per ore, usando il mefistofelico Powerpoint per mostrare slide fitte di testo forse avrò già guadagnato la vostra attenzione.
È possibile presentare un’idea in 5 minuti, con 20 slide (una ogni 15 secondi)?
Questa è l’idea alla base dell’ignite, un format di presentazione nato negli USA nel 2006 e che Ignite Italia sta facendo conoscere nel nostro paese.
Ecco una mia presentazione di 140nn registrata qualche tempo fa a una serata ignite.
Iran, Twitter e nuovo giornalismo:


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140nn un canale sui fatti raccontati attraverso i social media

140 News NetÈ un po’ di tempo ormai che raccolgo fatti in anteprima e in tempo reale attraverso i social media seguendo crisi (come nel caso dell’Iran o dell’Honduras o delle catastrofi naturali) o raccogliendo notizie e approfondimenti interessanti.
È un nuovo modo di trattare e diffondere l’informazione, meno legato all’agenda globale e regionale, di cui ho già scritto e scriverò ancora e che, grazie anche all’incoraggiamento di molti, sono spinto a proseguire.
Fino ad oggi usavo il mio account Twitter come canale, mischiando quindi news e riflessioni tecnologiche, e in seconda battuta Friendfeed (molto diffuso tra noi italiani).
Ma spesso ero costretto a selezionare troppo i fatti di approfondimento per non intasare il canale principale o passarli solo su Friendfeed, che ha una vocazione più generalista.
L’interazione e l’approfondimento sono due caratteristiche fondamentali per questo modo di fare informazione, chiamiamolo personal journalism, e quindi ho deciso di aprire un canale su Twitter dedicato a questo aspetto.
Il nome 140 News Net (che assume una comoda e ironica abbreviazione in 140nn) racchiude per me queste caratteristiche: 140 (Twitter, la sintesi, la velocità e l’interazione), News (l’oggetto), Net (tutti noi, la lente dei Social Media).
Ho creato anche un account parallelo su Friendfeed per raccogliere le notizie in una vasta comunità e tutti gli ulteriori social network che successivamente, se dovesse essere utile, assocerò. Continue reading

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