Category Archives: comunicazione

quanti sono gli elettori italiani su Twitter?

Uno dei temi caldi della campagna elettorale in corso è il ruolo che la Rete può giocare nella caccia ai voti.
Naturalmente Internet è già utilizzata da tempo in politica e i Social Media (tra cui Facebook) hanno assunto un ruolo stabile ma è in particolare Twitter che sta attirando le maggiori curiosità per la fama e l’eco che è riuscito a guadagnarsi negli ultimi anni sui mass media tradizionali.
Le misure quantitative sul ruolo di questa modalità di interazione sono attualmente poco significative (al contrario dei media classici a cui siamo abituati) anche perché non abbiamo la conoscenza completa del contesto in cui agiscono, che potrebbe estendersi quasi in ogni ambito.
D’altro canto le misure qualitative, compreso il discusso sentiment, mancano ancora di solidi modelli interpretativi lasciando per adesso come unica strada le buone pratiche di strategia.

Il paradosso in un sistema come Twitter che macina tanti dati (500 milioni di tweet al giorno) è proprio quello di non avere ancora abbastanza dati (e modelli) per capire davvero.
All’origine di questa incertezza c’è anche Twitter stesso, il cui modello di business è ancora empirico, che rilascia dati con grande lentezza e prudenza e cerca di rendere l’interazione esterna con i propri dati non agevole o molto costosa.
Non esistono insomma delle statistiche periodiche pubbliche sull’utilizzo e su ogni aspetto di Twitter, anche a livello locale.
Sappiamo ufficialmente che gli utenti attivi nel mondo sono 200 milioni ma non abbiamo molti altri dettagli.
Esistono naturalmente numerose ricerche (più o meno valide a seconda del loro valore statistico) sui numeri di twitter che ci mancano ma pur sempre privi dell’aspetto analitico originario che ci aspetteremmo da un sistema di questo tipo. Continue reading

il valore di un tweet (e di un retweet) e la diffamazione su Twitter: @Beppe_Grillo vs @Riotta

Chiariamo prima di tutto una cosa: un retweet non vale meno di un tweet. Sia esso un retweet puro, fatto utilizzando il tasto funzione di Twitter, sia editato a mano con l’indicazione “RT” sia proposto tra virgolette quel contenuto sarà visibile nella nostra timeline allo stesso livello degli altri, sia su web sia con l’app ufficiale (sono ormai poche e obsolete quelle non ufficiali che non mostrano i retweet di un utente ma solo i suoi tweet e vi sconsiglio di usarle). Anzi si potrebbe dire che il retweet vale forse più di un tweet sulla piattaforma visto che viene considerato dal sistema Twitter come una sorta di gradimento del contenuto. Tecnicamente equivalgono entrambi a proporre ai nostri follower un contenuto, un concetto, un’idea. Sta poi a chi ci segue interpretare o contestualizzare o persino reagire alla presenza di quel contenuto. È proprio questa l’interazione che è al cuore dei Social Media (e quindi di Twitter), non solo quella esplicita di una reazione o di una risposta ma anche quella implicita nella definizione collaborativa del contesto comunicativo comune. Sto facendo satira? Sto facendo cronaca? Sto chiacchierando con gli amici come al bar? Chi mi segue si aspetta che la chiacchiera da bar abbia valore informativo? o che la cronaca sia in realtà satirica? Questo dipende non solo da noi ma dai nostri follower e insieme si contratta ruolo e contesto. Perciò la presenza di un contenuto su Twitter, o in generale online, non equivale per esempio a quella sui media tradizionali come la TV e la stampa dove, essendo già definiti ruoli e contesto, la semplice esposizione del contenuto definisce già tutto. Continue reading

2012, l’anno di Twitter, l’ennesimo (ma il meglio deve ancora venire)

Non solo il mondo non è finito il 21 dicembre 2012 ma anche questo sarà definito “L’anno di Twitter”, come tutti gli altri fin dal 2009 almeno.
Attualmente seguo istantaneamente su Twitter almeno 1000 persone in italiano, periodicamente arrivo a 3000, e devo dire che il 2012 è stato effettivamente un anno in cui questa modalità di comunicazione è cresciuta.
Sarà perché i giornalisti lo hanno davvero adottato in massa non solo come una fonte ma come un modo di commentare e confrontarsi o perché l’aura di misticismo intorno al citizen journalism si è dissolta mostrando la realtà di chi fornisce contenuti realmente di qualità e chi inventa solo storie per catturare l’attenzione. Continue reading

la politica 2.0 è il ritorno alla politica con la gente

Questo articolo è stato pubblicato in Niente di personale su l’Unità online il 6 dicembre 2012 con il titolo “la politica 2.0 è il ritorno alla politica con la gente”

Il passaggio in Italia di Michael Slaby, Chief Integration & Innovation Officer della vittoriosa campagna Obama for America, sta fornendo lo spunto per una riflessione collettiva su consenso e tecnologia.
Senza dubbio i risultati di Obama rappresentano lo stato dell’arte per noi italiani (e non solo) e ci affascina il modo in cui viene usata la tecnologia per le campagne elettorali.
Questo, però, rischia spesso di portarci fuori strada e di farci concentrare troppo sugli strumenti più che sulle motivazioni alla loro base.
Probabilmente la grande importanza del canale televisivo in Italia, esaltato a destra e temuto a sinistra , ancora ci influenza fortemente ancorandoci a una realtà immaginaria in cui esistono solo strumenti con efficacia istantanea sul pubblico al servizio di una missione (post)ideologica indiscutibile e in cui, quindi, è determinante solo il modo, la tecnica e la tattica.
Ebbene questa realtà non esiste più neanche in Italia, ce lo sta mostrando Slaby stesso in questi giorni, la rivoluzione digitale ha cambiato le carte in tavola.
Non esiste più una comunicazione differenziata per canale, Internet non è semplicemente “un nuovo canale” o “un nuovo media”, oggi tutte le modalità di comunicazione sono integrate e ibride.
Basterebbe osservare quanto la stessa TV, la regina dei media, sta cambiando radicalmente col fenomeno della Social-TV online. Continue reading

#Primarie e Social Media: la nascita nuovi modelli e la predizione del voto

Dopo il risultato delle Primarie del Centrosinistra la luna di miele tra i Social Media e la politica in Italia sembra già essere finita.
Il candidato con meno appeal online, stando ai parametri più quantitativi, non solo vince a man bassa (60 a 40) ma in realtà secondo i sondaggi non è mai stato in discussione.
Ora c’è chi si affretta a dire che non solo la comunicazione online non sposta voti ma si dubita che possa avere qualche presa sul “Paese reale”, a giudicare dalla fetta di elettorato considerato storicamente più evoluto dal punto di vista dell’uso delle tecnologie.
Tutto era iniziato, in Italia, col referendum su acqua e nucleare a giugno 2011, snobbato come tante altre volte dai dirigenti dei partiti e dai mass-media ma giunto al successo anche grazie al passaparola online. Continue reading

Twitter Divide

Cosa spinge un intellettuale acuto come Michele Serra a prendersela con Twitter?

Embedly Powered

La polemica è forte e prolungata, nonostante non sia stato il primo (né in Italia né all’estero) a muovere critiche di questo tipo, al punto da spingerlo a ben due repliche.
Infatti dopo la sua prima invettiva, nella storica rubrica L’Amaca, i commenti dentro e fuori Twitter sono stati innumerevoli e altrettanto forti (i principali: Luca Sofri, Davide bennato, Fabio Chiusi).
La sua prima replica, via telefono (sic) registrata in un video e diffusa online, non aveva certo contribuito a placare le discussioni: Continue reading

anatomia della “morte” di Fidel Castro: Twitter è un ecosistema informativo

Che ruolo occupa Twitter (e le sue derivazioni) nel panorama informativo?
Possiamo davvero pensare di usarlo superficialmente come un’agenzia di news in grado di sfornare titoli per i newsticker dei TG?
Il caso dell’ennesima “morte” di Fidel Castro è emblematico.
Dopo l’entusiasmo di un periodo in cui si è dimostrato un modo utile per aggregare, per ricevere informazioni dai regimi con la censura, per dare alcune informazioni dal basso (e dopo la sbornia e l’attenzione dell’ultimo anno) il rischio è che possa essere scambiato per qualcosa che non è, o essere addirittura snaturato.
Twitter non è per sua natura un’agenzia di stampa, né i suoi TT (Trending Topics o Tendenze) possono essere letti come titoli editoriali: se sono lì possono esserci motivi molto diversi.

Proviamo ad analizzare il caso più recente (per casi appena precedenti si può partire da un post di Pierluca Santoro).
Nella notte tra il 2 e il 3 gennaio 2012 si sparge la voce su Twitter che Fidel Castro è morto. Continue reading

la rivincita del blog #risorgiblog

È in corso un dibattito in Rete sul (nuovo) ruolo del blog nell’ecosistema online, in particolare italiano.
Lo sta curando da vicino Giovanni Boccia Artieri che mi ha fatto una domanda, per il suo articolo riassuntivo, a proposito del nuovo blog Instant.stilografico e l’idea che c’è dietro.
Ci sarà tempo di parlare dell’idea di Instant, che sta nascendo, ma nel frattempo ne è venuta fuori una riflessione che ri propongo qui, per fissarla meglio.

come vedi la relazione fra il blog personale e
la presenza delle segnalazioni/conversazioni sui social network. E che
modello stai usando tu di integrazione. Dico integrazione non in senso
tecnico ma concettuale perché mi sembra che sia nel design che nel modo
di concepire i post e le sezioni hai sviluppato un’integrazione che è un
bellissimo progetto.

È vero che ciclicamente si parla di “morte del blog” o si fa il punto della situazione sugli strumenti ma io credo che stavolta stiamo entrando in una nuova fase.
La prospettiva non è più uniforme come prima, le informazioni (nel senso più generale possibile) si stanno sgretolando non solo in più strumenti ma in più livelli di percezione.
È vero che il blog non è mai morto, o forse è morto e poi resuscitato, ma è anche vero che il mondo dei blog di 10 anni fa non esiste più.
Da una prospettiva “editoriale” non è più possibile una Teoria del Tutto, in cui il blog aveva un suo posto ben preciso (e un suo ritmo), i Social Media offrono più livelli di percezione e il blog ne esce cambiato. Continue reading

la Primavera Araba e i social network (intervista)

Non mi piace molto l’autopromozione, preferisco cercare di diffondere contenuti, a meno che non porti un contributo di qualche interesse.
Il titolo è quello di un servizio de L’Eco di Bergamo, nella versione cartacea del 20 marzo 2011, con una mia intervista sui movimenti di rivolta arabi e i Social Media.
Mi piace diffonderlo perché è scritto (molto bene) da giornalisti “classici” animati dalla voglia di capire, senza pregiudizi, con lo spirito di cercare di informare davvero i lettori di uno storico quotidiano di carta (i quali come molti lettori italiani, ahimè, spesso non hanno grande esperienza in cultura digitale).
Sembra scontato? Non lo è sempre.
Soprattutto è una delle poche volte in cui mi è capitato che l’intervista rispecchi bene gli argomenti riuscendo a sintetizzare proficuamente la lunga conversazione con Carlo Dignola, da cui spero si possano trarre anche altri contenuti.
Insomma divulgare e informare, in uno spazio limitato, non è un affare da poco.
Buona lettura. Continue reading

Pisapia chi legge: un meme politico su Twitter

Il titolo è un esilarante tweet di @peaceching, uno dei migliaia scattati in un tranquillo pomeriggio pre-elettorale e raccolti sotto l’hashtag #MorattiQuotes su Twitter.
Questo è il meme sui Social Media, la sua forza è quella di deflagrare e contagiare chi legge invitandolo a partecipare.
Oltre 38.341 persone sono state contagiate secondo TweetReach, una punta di 2000 tweet all’ora e un volume di messaggi che ha superato quelli su Berlusconi: Continue reading