È in corso un dibattito in Rete sul (nuovo) ruolo del blog nell’ecosistema online, in particolare italiano.
Lo sta curando da vicino Giovanni Boccia Artieri che mi ha fatto una domanda, per il suo articolo riassuntivo, a proposito del nuovo blog Instant.stilografico e l’idea che c’è dietro.
Ci sarà tempo di parlare dell’idea di Instant, che sta nascendo, ma nel frattempo ne è venuta fuori una riflessione che ri propongo qui, per fissarla meglio.
come vedi la relazione fra il blog personale e
la presenza delle segnalazioni/conversazioni sui social network. E che
modello stai usando tu di integrazione. Dico integrazione non in senso
tecnico ma concettuale perché mi sembra che sia nel design che nel modo
di concepire i post e le sezioni hai sviluppato un’integrazione che è un
bellissimo progetto.
È vero che ciclicamente si parla di “morte del blog” o si fa il punto della situazione sugli strumenti ma io credo che stavolta stiamo entrando in una nuova fase.
La prospettiva non è più uniforme come prima, le informazioni (nel senso più generale possibile) si stanno sgretolando non solo in più strumenti ma in più livelli di percezione.
È vero che il blog non è mai morto, o forse è morto e poi resuscitato, ma è anche vero che il mondo dei blog di 10 anni fa non esiste più.
Da una prospettiva “editoriale” non è più possibile una Teoria del Tutto, in cui il blog aveva un suo posto ben preciso (e un suo ritmo), i Social Media offrono più livelli di percezione e il blog ne esce cambiato.
L’informazione ora è un fiume che scorre a diverse velocità in differenti punti e quindi non ha più senso cercare il “social network” perfetto che possa racchiudere contemporaneamente conversazione, coinvolgimento, identità, relazioni.
Lo strumento blog, quindi, diventa ancora più importante come complemento di questi fattori, a patto di adattarsi.
Il modello che ho iniziato ad usare nel mio blog dedicato alle news instant.stilografico.com è abbastanza chiaro, lo sperimento da tempo (come nel caso del post che scrissi in questo modo su Sucate per 140nn, riscoperto e dibattuto mesi dopo) e ormai lo identifico concettualmente con “instant”: il blog si inserisce nel flusso più veloce ma mantiene una sua natura più lenta.
Il tweet è un post ma il post è incapsulato in un tweet, le informazioni dei Social Media vengono rallentate per poterle approfondire, espandere, e poi vengono riaffidate alla corrente veloce.
È anche fratello di altri tentativi (tra i quali quello eccellente è il blog The Lede sul New York Times), a volte nati per necessità (dalla blogosfera iraniana del 2009 ai blog della Primavera Araba), altre volte già presenti sui quotidiani online (come fa a volte Il Post o l’Huffington Post).
Ma mi interessa rimarcare la differenza concettuale di questa idea, che vive volutamente nel suo ambito con una linea editoriale ben precisa, non dettata necessariamente dall’Agenda generale, e si presta per sua natura alla cooperazione.
Anche graficamente l’intento è di chiarezza e di priorità cronologica.
Mi sto convincendo sempre più che i quotidiani del prossimo futuro (che saranno ancora il punto di riferimento dell’informazione) su web avranno definitivamente la forma del blog.
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