Category Archives: tecnologia

Twitter è un news network: i brand diventano produttori di contenuti veri

In quanti e quali modi può essere usato Twitter per comunicare?
Non ci sono limiti, al di là del vincolo dei 140 caratteri per ogni messaggio (o tweet), ma questo non significa che non si sia affermato un modo prevalente di usarlo, che ne sta determinando successo e diffusione nel mondo.
Twitter non è come Facebook (o come altri social network), non ha quei numeri, non implica quei comportamenti.
Questo perché Twitter non è un social network.
Viene definito una piattaforma di microblogging ma credo che questo non descriva a sufficienza le sue reali caratteristiche e potenzialità.

Twitter in realtà è un news network, una piattaforma basata sulle notizie, anche se non necessariamente in senso classico come quelle fornite dalla CNN.
Nell’era digitale l’ecosistema dell’informazione sta cambiando profondamente e tutti siamo produttori di notizie.
Ovviamente non sempre notizie determinanti per l’umanità ma spesso interessanti per gruppi più o meno estesi di persone.
Siamo nel momento di passaggio tra l’era dell’audience e quella digitale in cui si impone il modello della rete: dal villaggio globale ai mille villaggi, alle numerose tribù, fino ai singoli membri.
Così mentre Facebook si concentra sull’identità, sulle relazioni e connessioni, Twitter è basato sui contenuti. Continue reading

l’iPadizzazione del personal computer, il passaggio storico di Apple

Steve Jobs ha annunciato ieri, nell’evento Back to Mac, quello che sembrava inevitabile: i personal computer Apple del futuro assomiglieranno molto all’iPad.
Accensione istantanea, tempi di risposta brevissimi, basta con i vecchi lettori cd-dvd e hard disk delicati, rumorosi, bollenti, basta sistemi operativi incomprensibili, complessi, basta con costose CPU che poi vengono sfruttate pochissimo, basta con strane procedure di installazione, disinstallazione, manutenzione del software, basta con tutta la roba da “tecnici”.
Suona davvero promettente, soprattutto per un mercato come l’Italia in cui la cultura digitale è ancora molto indietro.
Dal punto di vista del business grazie al nuovo App Store per Mac nascerà un vero marketplace in cui è possibile monetizzare, anche dal basso, molte idee che prima rimanevano sulle nuvole.
Dal punto di vista degli utenti sarà possibile acquistare piccoli software utili invece di dover investire soldi per grandi “suite” ¬†che poi vengono usate poco o nulla: la strada verso i micropagamenti si apre sempre più. Continue reading

Mac, iPod, iPhone, iPad: il segreto del successo Apple è nella nicchia

La lunga storia di Apple corre accanto alle vicende dell’elettronica di consumo fin dagli anni ’70.
Ma è negli ultimi dieci anni che il suo marchio e i suoi prodotti sono diventati quasi leggendari agli occhi dei consumatori, dividendo gli appassionati.
Pur senza detenere quote di mercato schiaccianti, la crescita dei sui profitti e del suo valore in Borsa non hanno conosciuto sosta, neanche nei momenti di crisi planetaria.
I marchi dei suoi prodotti sono diventati nomi comuni usati per distinguere determinate categorie merceologiche, come solo la Sony seppe fare negli anni ’70 con il Walkman: l’iPod su tutti.

Il segreto del suo successo è spesso attribuito a espedienti ben precisi.
Prima di tutto una oculatissima strategia di marketing che avrebbe sopravanzato tutti i concorrenti.
Ma in effetti sembra poco plausibile che colossi dell’hardware e del software, ben più grandi, come IBM, Microsoft, Dell siano stati sconfitti a questo livello.
Se esistesse una formula magica del marketing per piacere così tanto ai consumatori di sicuro loro l’avrebbero già scoperta.
In realtà Apple non spende in marketing più degli altri né ha una specifica divisione particolarmente sovradimensionata.
Fa pubblicità in tv, questo sì, e la sua campagna “Get a Mac” è diventata popolarissima, un vero caso virale su Internet, eppure spende in spot molto meno dei concorrenti.
I suoi prodotti compaiono in moltissimi film, soprattutto hollywoodiani, ma Apple non dichiara alcun investimento in product placement.
Il suo marchio e quello dei suoi prodotti è in testa alle classifiche dei termini più ricercati su Internet e argomento prediletto sui Social Media eppure i suoi investimenti in questo sono praticamente nulli.
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Windows Live Spaces chiude e passa i suoi utenti a WordPress.com. Inizia una nuova era del blog?

Microsoft ha preso una decisione saggia: fare solo ciò che sa fare bene.
Ha deciso quindi di chiudere i blog di Windows Live Spaces e di passarli a WordPress.com attraverso un accordo.
Agli utenti verrà proposto automaticamente il passaggio (o il salvataggio dei propri contenuti e la chiusura), verrà proposto il collegamento tra il nuovo blog e il proprio Messenger (in modo da inviare aggiornamenti ad ogni nuovo post) e verrà addirittura mantenuto il reindirizzamento automatico dal vecchio blog al nuovo.

È un passaggio importante per Internet perché non solo Microsoft libera 30 milioni di utenti/blogger nell’ecosistema comune ma lo fa verso una piattaforma open, già popolarissima con 26 milioni di blogger.
La piattaforma di Spaces proponeva un blogging poco personalizzabile e molto chiuso sui prodotti Microsoft.
In definitiva Windows Live, pur avendo avuto il merito di introdurre la scrittura su blog a milioni di persone, rendeva i suoi blogger meno consapevoli e poco propensi ad uscire fuori dal sistema, abbassandone la qualità dei contenuti.
Ora questi utenti si troveranno di fronte a un’esperienza d’uso molto diversa, potenzialmente in connessione con nuove reti, con un’orizzonte molto più ampio.
Questa nuova esperienza potrebbe indurre molti ad adeguarsi a contenuti migliori e ad approfondire nuovi temi.

Il blog non solo non è morto ma si avvia ad essere uno dei cardini dell’Internet futura.

i Social Media fanno piccoli numeri? e con quali metriche li stiamo misurando?

È la considerazione prima in classifica tra i top manager italiani, soprattutto di chi è vicino al mezzo televisivo: “i Social Media? sì molto belli, ma sono numeretti“.
Eppure vediamo sotto i nostri occhi cambiamenti rilevanti dovuti a Internet, nell’informazione (dall’Iran a Wikileaks), nella politica (quando vediamo scendere in piazza un milione di persone che si sono dati appuntamento su Facebook), nella vita privata (quanti non danno più il cellulare ma il contatto Facebook?) e così via.
Sembra un fenomeno imperscrutabile ma di cui abbiamo la certezza di un’affermazione futura.
In realtà i Social Media stanno già cambiando la nostra vita, il mercato, i comportamenti d’acquisto solo che non abbiamo ancora strumenti univoci per misurarlo come accade per la TV.
La TV ha caratterizzato un’epoca, ha segnato l’affermazione della comunicazione di massa (e della cultura di massa) ma ora viene affiancata da un altro mezzo, Internet, che non la sostituisce (non punta a sostituire alcun media) ma la cambia.
Stiamo passando dall’era dell’audience all’era dei gruppi sociali. Continue reading

come spende i nostri soldi la Camera dei Deputati?

In uno Stato in cui le spese sono trasparenti e i cittadini possono controllare e partecipare ci sono meno sprechi e più efficienza.
Per questo paesi come gli USA (con la piattaforma¬†Open Government) e la Gran Bretagna (che ha ingaggiato un certo Tim Berners-Lee per farsi spiegare come rendere pubblici i dati pubblici), spinti anche da movimenti d’opinione, iniziano a rendere disponibili i dati sul funzionamento della pubblica amministrazione in modo da permettere a chiunque di aggregarli o elaborarli.
In Italia nonostante tante belle parole il governo e gli amministratori pubblici stanno facendo molto poco per rendere liberamente disponibili i dati (anzi, c’è addirittura chi minaccia di oscurarli per motivi di ordine pubblico) e seguire una filosofia di Open Data. Continue reading

l’iPad è utile? dipende se trovi un’app giusta per te

Negli ultimi tempi la domanda che mi fanno più frequentemente (e immagino capiti a tanti altri) è questa.
“Mi serve l’iPad?” “È utile?”.
La risposta è sempre: “dipende, se trovi l’app giusta per te (almeno una) diventa uno strumento insostituibile, altrimenti è solo un bellissimo pezzo di plastica”.
Ma la successiva domanda è quella che arriva al punto: “Ci posso installare XYZ?” (dove XYZ è generalmente un software professionale).

Il punto è proprio questo, l’iPad non è un personal computer, non è un notepad, non è un netbook.
Cioè non è un dispositivo multiuso come il computer a cui siamo abituati, in cui il valore dello strumento è proporzionale alle possibilità offerte (ingressi, uscite, potenza, capacità ecc.).
Persino gli smartphone ci stanno abituando a questo modello: poterci fare tutto.
L’iPad al contrario è un dispositivo implicitamente specializzato. In cosa? Continue reading

chi ha bisogno di Google Instant Search? gli utenti o Google?

Oggi Google ha introdotto una nuova funzione per la ricerca: Instant Search.
In poche parole gli utenti registrati su Google non appena digiteranno la prima lettera, e le seguenti, vedranno non solo i suggerimenti possibili (come accadeva fino ad oggi) ma il motore mostrerà subito la pagina dei risultati associata al primo termine suggerito, e questa pagina naturalmente cambierà man mano che si completa l’inserimento di ciò che si vuole realmente cercare.
Per fare un esempio se iniziate a inserire “f”, il primo termine suggerito è Facebook e comparirà subito la pagina dei risultati su “facebook”.
Ma se aggiungete una “o” (ottenendo “fo”) il primo termine suggerito diventa Ford e compare subito la pagina dei risultati associata a “ford”, e così via.
La funzione è attivata automaticamente e se non la si vuole usare è necessario disattivarla.

Il team di Google afferma che la nuova funzione permetterà di risparmiare dai 2 ai 5 secondi per ogni ricerca, aggiungendo bizzarri calcoli sui miliardi di secondi risparmiati nel mondo.
La conseguenza sarebbe che più fai ricerche e più risparmi tempo ma se fai tante ricerche al giorno probabilmente non stai cercando “facebook” o “ford” e ogni lettera che digiti genera chiamate e quindi traffico.
Se invece fai poche ricerche potrei suggerirti come impiegare in maniera proficua quegli 8 secondi al giorno che risparmierai ma non mi viene in mente nulla adesso. Continue reading

prime impressioni su Google Wave: e l’interfaccia grafica?

Sto testando da un po’ la preview (una versione beta chiusa al pubblico) di Google Wave, l’attesissimo nuovo servizio di Google in grado, nelle intenzioni di BigG, di sostituire ogni strumento di comunicazione su internet, email compresa.
Già nei giorni scorsi abbiamo letto abbondanti cronache su come l’email sia superata e ci attenda un futuro molto più interattivo e in network.
Senza dubbio l’evoluzione va in questa direzione ma al di là di qualsiasi entusiasmo positivistico, tralasciando per ora le dovute considerazioni sulla lentezza del progresso nella cultura digitale (oggi la maggioranza delle persone sta appena passando dall’email ai social network…) e un’analisi approfondita di Google Wave quando sarà stato testato più a lungo, vorrei sottolineare un’aspetto che mi salta subito all’occhio: l’interfaccia grafica.

L’interfaccia è la vera tecnologia, lo abbiamo imparato negli ultimi 15 anni di sviluppo, possiamo creare un motore straordinario e impareggiabile ma senza un’adeguata interfaccia tutto sarà vano.
Questa è anche la lezione del successo planetario dell’iPhone, in cui l’inedita interfaccia (lo schermo multi-touch) diventa il motore stesso dell’innovazione permettendo a sua volta nuove funzionalità.
Ora se penso ai prototipi che girano da tempo sulle nuove interfacce per navigare, su nuovi browser (se ancora si potranno chimare così) e sulle evoluzioni permesse proprio dal multitouch e dalle integrazioni tra mobile, wi-fi e computer quello che si vede su Google Wave sembra concepito 10 anni fa. Continue reading

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un’introduzione ai luoghi delle conversazioni digitali: friendfeed, facebook, twitter

Il nuovo corso della comunicazione su internet, iniziato in sordina alla fine degli anni ’90 con i blog e proseguito sotto la definizione di web 2.0, ha messo definitivamente al centro dell’attenzione gli utenti, le persone e i loro discorsi al posto di software e macchine.

Comunicare sulla Rete oggi significa condividere direttamente frammenti della propria vita e del proprio lavoro (lifestreaming) invece di utilizzare metafore esterne, di solito prese dai massmedia, come tv o giornali.
In altri termini significa parlare in prima persona invece di farlo in terza persona.
La conseguenza principale consiste nel rafforzamento delle relazioni che si stabiliscono tra gli individui all’interno di blog, portali, community di riferimento e nei network di origine – i primi luoghi online con cui solitamente ognuno di noi viene a contatto.
Gli individui sviluppano convenientemente queste relazioni all’interno di network ben definiti, che diventano cos쬆social network ma anche tra differenti network, che tutti insieme costituiscono i¬†social media. Continue reading

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