Category Archives: nuovo giornalismo

la storia di Neda

Questo è il breve racconto che ho letto alla Festa della Liberazione a Corridonia “Informato Resistente” per introdurre le mie riflessioni su informazione e Social Media.

A Tehran, in giugno, c’è una luce bellissima.
In una città enorme e moderna anche i vicoli nei quartieri popolari, alle spalle delle lunghe strade piene di negozi e uffici, sono luminosi, bianchi (come i muri) e verdi (come gli alberi presenti ovunque).
Neda cammina in una di queste strade strette insieme al suo maestro di musica, e amico di famiglia.
Neda Agha-Soltan ha la passione per la musica: pregusta il suono del pianoforte che ha appena ordinato e prende lezioni private di canto, non perché sia ricca ma perché in Iran è vietato alle donne cantare in pubblico. Continue reading

news in tempo reale dal Giappone: una lista twitter di cittadini, blogger, giornalisti sul campo (o collegati)

Il terremoto in Giappone di qualche giorno fa ha scatenato una serie di eventi catastrofici a partire da un enorme tsunami.
Pur essendo un paese ben preparato alle catastrofi naturali ora ci si trova di fronte anche a un’emergenza nucleare che il mondo segue col fiato sospeso.
Anche stavolta il ruolo di Internet è fondamentale.
È diventato il modo principale per comunicare tra le persone, impossibile con altri mezzi danneggiati o per chi è fuori casa o sfollato, anche grazie alla grande diffusione della connettività mobile.
E pur non mancando una presenza attiva di giornalisti mass-media, con canali tv in continua diretta sugli eventi, è utilizzato molto dal governo per comunicare dettagli sulle decisioni (orari dei black-out, avvisi ecc.) e per fornire annunci in tempo reale, anche dalle conferenze stampa.
Attraverso i Social Media (e in particolare Twitter) è possibile filtrare news in tempo reale, le sensazioni, le foto e i video di chi abita direttamente sui luoghi del disastro che sono stati a lungo irraggiungibili, le opinioni e alcune piccole storie significative, le anteprime degli inviati dei grandi network, persino le dirette video delle conferenze stampa e degli eventi.
La comunità Twitter giapponese è una delle più ampie al mondo ma è importante trovare chi rimanda informazione nella lingua comune inglese, in modo da poterle far circolare.

Qui sotto potete trovare una lista Twitter in inglese, che si aggiorna in tempo reale, dei tweet filtrati in questo modo di cittadini, blogger, giornalisti sul campo o molto vicini al Giappone quindi in grado di fornire informazioni attendibili, secondo il mio punto di vista.
Quindi questa pagina può essere utile a chi si vuole continuare informare o ai giornalisti più interessati o a chi intende diffondere a sua volta news.

Da questo insieme ho anche creato alcune storie in continuo aggiornamento con Storify come: dopo lo shock: piccole storie in Giappone, Fukushima nuclear plant failure e conferenza stampa di CNIC Japan.

p.s. naturalmente siete liberi di inserire questo widget in blog, siti di informazione, quotidiani (anche nazionali).
Potete chiedermi il codice via email o ricrearlo tramite Twitter (vi chiedo solo di mantenere lo stesso titolo e sottotitolo)

l’influenza sull’opinione della corretta informazione e i social media: una mappa mentale sul caso Ruby

Una cosa che mi ha sorpreso e incuriosito del caso Ruby, uno degli argomenti di informazione italiana recenti più discussi, è la quantità di opinioni diverse che capita di sentire a proposito dalla gente.
Non c’è una ricerca scientifica su questo ma dalla strada alla stampa capita di sentire o leggere posizioni molto diverse, molto distanti e molto numerose sul caso.
L’aspetto è interessante perché sulla stampa straniera invece, non solo quella anglofona, la questione appare presentata in maniera molto semplice, seppure grave, basata sui fatti e senza neanche particolare sorpresa visto che capita più spesso di quanto si pensi ai leader occidentali di essere messi sotto inchiesta: dal caso Clinton-Lewinsky, alla più recente inchiesta su Tony Blair, fino al processo che l’ex presidente francese Chirac subirà a giugno per appropriazione indebita.
Ho provato quindi a fare una mappa mentale di tutte le diverse opinioni che capita di sentire in Italia sul caso Ruby, partito dalla telefonata di Berlusconi alla Questura di Milano.
La mappa mentale è uno strumento molto utile per riordinare informazioni caotiche e quindi per gestire la creatività.
Si tratta di una rappresentazione grafica espressiva, gerarchica e radiale delle idee che viaggiano per associazione mentale e permette anche dei salti associativi ulteriori al suo interno.
Può essere usata come evoluzione del brainstorming e, utilizzando associazioni di pensiero, non ha pretesa di scientificità, è soggettiva ma tenta di rappresentare un percorso mentale.
Questa mappa tenta di replicare le associazioni tra tutte le opinioni finora ascoltabili in Italia in luoghi diversi (al bar, sul posto di lavoro, sulla stampa, in tv, su Internet) partendo dal primo fatto rilevante.

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so the revolution was both tweeted and televised: l’attivismo digitale

La presentazione ignite di mercoledì scorso sull’attivismo digitale ha generato diverse discussioni, in particolare sulle critiche al ruolo dei Social Media nei movimenti di insurrezione (soprattutto in riferimento a Malcom Gladwell) che evidentemente vengono considerate una coperta accettabile da molti.
Troppo corta, però.
Neanche due giorni dopo è arrivata la Storia a spostare il discorso un passo avanti: le dimissioni di Mubarak, l’Egitto in festa, l’obiettivo raggiunto dal movimento e probabilmente l’inizio di una nuova fase in medioriente.

A call to all well-educated Egyptians around the world. Come back ASAP to build our nation. #Jan25
@Ghonim
Wael Ghonim

Una breve premessa sul titolo.
“The revolution will not be televised” (la rivoluzione non sarà in televisione) è un famoso brano di Gil Scott-Heron del 1970, considerato uno dei migliori di argomento politico, in cui si onora tra l’altro un attivismo lontano dai mass-media e dalla pubblicità.
Questo titolo suggestivo è stato in seguito riutilizzato molte volte per documentari o libri, non sempre nella stessa accezione politica bensì in quella di “media alternativi” ai mass-media dominanti.
In particolare negli ultimi anni lo si è usato identificando l’alternativa con Internet.
A metà del 2009 si è iniziato a parodiare il titolo, prima durante le rivolte in Moldova e poi con le lunghe e violente manifestazioni in Iran, in:

“The revolution will be tweeted”

Il riferimento quindi è ai Social Media e in particolare Twitter. Continue reading

attivismo digitale: una presentazione ignite

Dopo aver passato in rassegna negli ultimi mesi le teorie più diverse sul ruolo dei Social Media nei movimenti politici e di ribellione nel mondo, dalla Tunisia all’Egitto, fin dall’Iran passando dalla vicenda dell’attentato a Gabrielle Giffords, che non riguarda un movimento ma ha mostrato meccanismi interessanti nel rapporto tra giornalismo online e tradizionale, era inevitabile iniziare scriverci qualcosa di specifico.
Quella era la mia intenzione ma nel frattempo ho avuto l’occasione di sintetizzare i pensieri e gli appunti, che sto raccogliendo, in una presentazione ignite svoltasi a Roma ieri sera (9 febbraio 2011) alla libreria Bibli.
Una location molto adatta e una serata davvero piacevole con interventi assai interessanti, grazie agli organizzatori!

Ci sarà un video ma intanto ecco le slide dell’intervento:

news in tempo reale dall’Egitto: una lista twitter di attivisti, blogger, giornalisti sul campo (in aumento) #Jan25

A quasi due settimane dall’inzio delle manifestazioni a favore della democrazia in Egitto, successive a quelle che hanno determinato il cambio in Tunisia, è ormai chiaro che il ruolo dei Social Media è di primo piano.
Twitter in particolare sta fungendo anche qui da terreno di raccolta dei fatti e da cassa di risonanza anche per analisi e riflessioni.
Si parla tanto di come utilizzare questi strumenti in un nuovo schema dell’informazione (e se ne parlerà sempre di più) ma forse è arrivato il momento di mostrarne un aspetto pratico.
Qui sotto potete trovare una lista, che si aggiorna in tempo reale, dei tweet provenienti da alcune delle fonti più autorevoli sulla crisi in Egitto, principalmente attivisti, blogger, giornalisti quasi tutti sul campo (molti al Cairo) a raccontare tramite Twitter, velocemente e puntualmente, quello che sta accadendo.
È un insieme di profili (una sessantina finora) che ho filtrato fin dall’inizio della crisi, che continuo ad aggiornare e che mi aiuta a diffondere fatti, generare news, fare analisi.
Naturalmente (ecco uno dei punti importanti del nuovo modello di giornalismo) sono filtrati dal mio punto di vista, secondo le mie esperienze, conoscenze, capacità: non si tratta dell’equivalente dell’agenzia di stampa del 21mo secolo.
Altri potrebbero filtrare in modi diversi e l’unione modulata di tutti questi filtri è essenzialmente informazione.
Ne avremo modo di riparlare presto.
Nel frattempo questa pagina può essere utile a chi si vuole continuare informare o ai giornalisti più curiosi o a chi intende diffondere news.

N.B.: è in inglese, è la lingua comune, sempre più indispensabile in questa nuova era.

wikileaks, raccolta di domande e risposte

La vicenda di Wikileaks, di grande rilevanza, è in costante accelerazione e mi rendo conto che è difficile, soprattutto per chi ne sa poco e si vuole informare, riuscire a seguire tutto genuinamente senza doversi sempre rifare ai quotidiani stranieri quindi ho pensato di mettere su una raccolta di risposte alle domande (o ai fraintendimenti) più comuni, cercando di renderli nel modo più semplice.
Conto di tenerlo aggiornato con le ultime novità. Continue reading

quando wikileaks fornisce i numeri al giornalismo: gli avamposti strategici degli USA

Uno dei meriti di Wikileaks è di stimolare la ricerca e la verifica dei fatti attraverso l’elaborazione di una grande mole di dati grezzi.
È il data journalism, che in questi mesi trae beneficio anche dal movimento di pensiero dell’Open Data che sempre più paesi e amministrazioni stanno adottando.
Nel caso del gruppo di Assange i dati resi disponibili sono anche molto preziosi perché tenuti riservati e non ottenibili in nessun altro modo.
Ne risulta che le rivelazioni del #Cablegate non risiedono tanto nel contenuto (spesso al limite del gossip, altre volte no) dei messaggi quanto nelle elaborazioni che si possono ottenere cercando le informazioni più nascoste. Continue reading

Twitter è un news network: i brand diventano produttori di contenuti veri

In quanti e quali modi può essere usato Twitter per comunicare?
Non ci sono limiti, al di là del vincolo dei 140 caratteri per ogni messaggio (o tweet), ma questo non significa che non si sia affermato un modo prevalente di usarlo, che ne sta determinando successo e diffusione nel mondo.
Twitter non è come Facebook (o come altri social network), non ha quei numeri, non implica quei comportamenti.
Questo perché Twitter non è un social network.
Viene definito una piattaforma di microblogging ma credo che questo non descriva a sufficienza le sue reali caratteristiche e potenzialità.

Twitter in realtà è un news network, una piattaforma basata sulle notizie, anche se non necessariamente in senso classico come quelle fornite dalla CNN.
Nell’era digitale l’ecosistema dell’informazione sta cambiando profondamente e tutti siamo produttori di notizie.
Ovviamente non sempre notizie determinanti per l’umanità ma spesso interessanti per gruppi più o meno estesi di persone.
Siamo nel momento di passaggio tra l’era dell’audience e quella digitale in cui si impone il modello della rete: dal villaggio globale ai mille villaggi, alle numerose tribù, fino ai singoli membri.
Così mentre Facebook si concentra sull’identità, sulle relazioni e connessioni, Twitter è basato sui contenuti. Continue reading