wikileaks, raccolta di domande e risposte

La vicenda di Wikileaks, di grande rilevanza, è in costante accelerazione e mi rendo conto che è difficile, soprattutto per chi ne sa poco e si vuole informare, riuscire a seguire tutto genuinamente senza doversi sempre rifare ai quotidiani stranieri quindi ho pensato di mettere su una raccolta di risposte alle domande (o ai fraintendimenti) più comuni, cercando di renderli nel modo più semplice.
Conto di tenerlo aggiornato con le ultime novità.

  • da chi è composta l’organizzazione di Wikileaks?
    Wikileaks non è un’organizzazione segreta o anonima, molti suoi membri sono noti e spesso di riconosciuto valore, si tratta di giornalisti d’inchiesta, attivisti, hacker e migliaia di volontari di nazionalità molto differenti.
    Il coordinamento e le comunicazioni avvengono via Internet ma di volta in volta esistono anche delle “redazioni” dove si lavora dal vivo (ci sono state in Islanda, Svezia, Londra…)
    Julian Assange è ufficialmente il portavoce, anche se il suo carisma lo fa assomigliare a un coordinatore delle attività.
    Non esiste una lista ufficiale dei membri ma sulla pagina dedicata su Wikipedia si possono trovare alcuni nomi e la lista dei riconoscimenti internazionali assegnati a Wikileaks.
  • ci sono altri documenti del #cablegate che devono ancora uscire e non conosciamo?
    Come accade in quasi ogni rilascio di documenti, l’intero archivio viene consegnato molto prima ad alcuni grandi quotidiani internazionali per dar loro il tempo di ricavarne delle storie per i propri lettori nel giorno previsto della diffusione al pubblico.
    Nel caso del #cablegate l’archivio completo è in mano a New York Times, Guardian, El Pais, Le Monde , Der Spiegel da molto prima del giorno dell’uscita e da esso ogni testata ha ricavato delle storie interessanti per i propri lettori, tutte insieme o a puntate, omettendo volontariamente le informazioni che si ritenevano più sensibili (come ha fatto il New York Times che ha anche avvertito in anticipo il Dipartimento di Stato).
    È per questa sorta di programmazione che vediamo ogni giorno l’uscita di storie nuove su questi quotidiani.
    Dall’altro lato questa volta Wikileaks ha deciso di non rilasciare al pubblico, sul proprio sito, i documenti (sono 250.000) tutti insieme, come in passato ma di centellinare le uscite.
    Così può capitare che vengano fuori sul sito documenti che i suddetti quotidiani avevano ignorato, o nascosto, o fanno parte di storie che devono ancora uscire.
    Quindi, in pratica, è possibile che vengano ancora fuori storie clamorose (soprattutto a livello nazionale)
  • Wikileaks ruba i documenti riservati e li distribuisce così come sono?
    Non ci sono prove che Wikileaks rubi documenti riservati, d’altronde non è nello scopo delle sue attività, che invece è più simile a quello del giornalismo d’inchiesta, in cui riceve i dati da un informatore, spesso anonimo.
    Per questo motivo i documenti vengono prima sempre valutati e, nel caso, censurati nelle parti in cui possono mettere in pericolo la vita di qualcuno.
    Se ci fate caso, nei cablogrammi sul sito Wikileaks spesso si incontrano dei nomi cancellati con delle X: quella è l’azione editoriale eseguita dal gruppo.
    Non a caso dal ricevimento delle “soffiate” all’uscita dei documenti passano molti mesi, in cui i volontari di Wikileaks valutano e filtrano i contenuti.
  • quali sono i reati di cui è accusata ufficialmente Wikileaks?
    Allo stato attuale Wikileaks non è ufficialmente imputata di alcun reato nel mondo.
    Esistono naturalmente delle inchieste che indagano su come siano venuti fuori i documenti ma non coinvolgono l’organizzazione.
    Julian Assange è indagato ufficialmente in Svezia per molestie sessuali e stupro ma non c’è relazione con l’attività dell’organizzazione.

    aggiornamento 1: Assange è ricercato dalla magistratura svedese per sospetto caso di stupro (in Svezia non indossare un preservativo, se richiesto nel rapporto, può configurare questo reato) e quest’ultima ha emesso un mandato di arresto europeo solo per interrogarlo.
    Assange si è consegnato alle autorità britanniche (paese nel quale si trovava), è rimasto in cella per una settimana perché il giudice londinese ha negato la libertà su cauzione (che era stata parallelamente concessa a un cittadino inglese sospettato di omicidio della moglie).
    Dopo il ricorso e nonostante l’opposizione della Svezia gli è stata concessa la libertà su cauzione di 200.000¬£ fornite, tra gli altri, da personaggi famosi come i registi Ken Loach e Michael Moore.
    Attualmente si trova (con obbligo di firma e braccialetto elettronico) in una casa di campagna del Suffolk di proprietà di Vaughan Smith, noto giornalista reporter di guerra, ex ufficiale dell’esercito britannico, fondatore della celebre agenzia indipendente Frontline News TV e ora grande sostenitore del giornalismo indipendente attraverso il Frontline Club.

    aggiornamento 2: Nonostante i dubbi del suo Primo Ministro la polizia australiana ha stabilito che né Assange né Wikileaks hanno commesso alcun crimine concernente il loro paese.

  • Wikileaks ha messo in pericolo delle vite?
    Ad oggi non esistono notizie che confermino questa tesi.
    Al contrario nell’estate 2010 il Segretario alla Difesa USA Robert Gates scrive ufficialmente al Congresso in relazione a questo tema confermando che le rivelazioni di Wikileaks non hanno messo allo scoperto agenti dei servizi segreti e quindi messo in pericolo la vita di alcun militare (si parlava delle rivelazioni su Iraq e Afghanistan).
    Se ne desume che il metodo d’inchiesta usato da Wikileaks sia valido.
  • Twitter sta censurando wikileaks?
    Allo stato attuale non c’è alcuna prova di questo.
    Wikileaks continua a poter gestire liberamente i propri profili e le discussioni risultano libere.
    Molti non capiscono come mai l’argomento #wikileaks non compaia nella lista dei trending topics, un elenco di 10 argomenti caldi presente in homepage su Twitter.com, facendo delle analisi molto precise.
    Twitter ha risposto che l’algoritmo che usa per individuare i trending topics è calibrato per catturare gli argomenti che hanno una popolarità istantanea e nel brevissimo periodo, non necessariamente quelli più popolari.
    La risposta è plausibile, #wikileaks è un argomento con un volume di messaggi costantemente elevato (forse il più popolare in assoluto) da 10 giorni, senza più sbalzi eccessivi.
    Se poi consideriamo che nel momento del suo picco massimo, segnando quasi un record, #wikileaks ha raggiunto solo il 2.49% del volume di tutti i tweet in quel momento nel mondo ci si rende conto di quanti messaggi passino su Twitter e quindi di quanti possibili trending topics un algoritmo è in grado di individuare nell’unità di tempo.
    Ad ogni modo la lista dei trending topics, o la sua presenza in esso, non riveste alcun significato speciale, né riconoscimento, considerando la popolarità già incredibile dell’argomento nel mondo.

    aggiornamento 1: il picco assoluto come volume di tweet nel mondo su questo argomento si è avuto il ¬†dicembre col 2.99% del totale

  • gli attacchi degli hacker ai siti delle aziende che hanno interrotto i servizi a Wikileaks (Visa, Mastercard ecc.) possono portare gravi conseguenze?
    Gli attacchi consistono in un Distributed Denial of Service (DDoS) cioè in un bombardamento di richieste verso un sito web eseguito da una moltitudine di computer contemporaneamente.
    Il server non riesce a gestire le richieste tutte insieme e si blocca (o viene sospeso).
    Non si tratta di un attacco particolarmente sofisticato, non è in grado da solo di creare danni permanenti e con un software adatto può essere effettuato quasi da chiunque, soprattutto in gruppo.
    È efficace verso sistemi normali ma è molto comune, e per sistemi grandi o particolarmente protetti come quelli delle grandi società di servizi online anche di scarsa efficacia: quest’ultimi non hanno un solo server ma gruppi di server in grado di sostutirsi l’uno con l’altro e delle macchine in grado di filtrare questi attacchi a monte.
    Quindi l’allarmismo su questo tipo di attacchi è esagerato, il loro vero significato è di mostrare dissenso e protesta verso qualcuno, non di creare danni (non ne sono in grado).
    È l’equivalente di una manifestazione in strada in cui si tirano uova sulle vetrine di una banca: disturba i clienti ma non blocca davvero le operazioni.
    Naturalmente non voglio minimizzare, c’è una protesta e c’è un confronto serrato (avere il sito bloccato comunque non è simpatico) ma in questo caso il concetto da sottolineare è la vasta partecipazione delle persone comuni (si dice migliaia) che si organizzano per attuare in prima persona questa protesta, utilizzando un software scaricabile online.
    Costoro non potrebbero essere tutti hacker, e se lo fossero certamente gli attacchi e le conseguenze sarebbero ben diversi.

    N.B.: causare il blocco di sistemi informatici (cioè siti web) o diffondere informazioni per farlo in Italia è un reato.

    aggiornamento 1: ¬†il gruppo denominato Anonymous non è riuscito ad attaccare Amazon.com come prevedeva, il che dimostra che non si tratta di hacking particolarmente ¬†specializzato
    There was a problem connecting to Twitter.

  • dietro Assange ci sono i servizi segreti?
    Non ci sono dati per poterlo dire.
    Consideriamo però che Julian Assange è sotto la lente d’ingrandimento di tutte le potenze mondiali (e relativa intelligence) da almeno un anno, dai tempi dell’uscita dei documenti su Afghanistan e Iraq.
    Se ci fosse un minimo indizio sarebbe certamente venuto fuori, almeno quanto la vicenda della presunta violenza carnale secondo la legge svedese.
    Inoltre Assange non è un personaggio che viene fuori dal nulla adesso, è stato un noto esponente della cultura digitale e hacker fin dalla fine degli anni ’80, la sua biografia su Wikipedia è significativa.
    Ciò non toglie che possa essere stato arruolato dai servizi segreti (di quale paese?) ma, oltre a essere particolarmente improbabile per il suo curriculum, questo non comporterebbe un particolare vantaggio rispetto ai suoi ipotetici avversari, più potenti di lui e in grado di manipolare l’informazione come e meglio di lui.
    Insomma se un’Agenzia avesse pensato di scatenare tutto questo utilizzando Internet, col controllo e la manipolazione possibile oggi con i mass media, avrei seri dubbi su quell’Agenzia.
  • e se Wikileaks fosse strumentalizzata da qualcuno?
    Questo è teoricamente possibile.
    Ma i documenti di Wikileaks sono stati sempre comunque vagliati da grandi quotidiani in tutto il mondo che su di essi hanno costruito delle storie per i lettori.
    Quindi anche se qualcuno inviasse, per qualche motivo, solo alcuni documenti e non altri ciò non toglierebbe che in ogni caso almeno quei documenti rappresentino fatti veri, su cui eventualmente continuare ad approfondire.
  • perché Wikileaks chiede trasparenza assoluta ai governi ma non è trasparente al suo interno?
    In primo luogo, Wikileaks non chiede trasparenza assoluta, non vuole che le democrazie siano prive di segreti, questa è una ricostruzione priva di senso.
    Da quello che si evince Wikileaks tenta di esercitare un’informazione libera che metta pressione ai governi in modo che non usino i segreti per gestire il potere lontano dai cittadini e per fare i propri affari.
    Risveglia il vecchio ruolo dell’informazione come cane da guardia della democrazia, ruolo che era stato ormai neutralizzato dai poteri sempre più forti e influenti.
    In secondo luogo, Wikileaks non è particolarmente opaca al suo interno, non più di milioni di altre organizzazioni in occidente e con la comprensibile prudenza per non rivelare i casi su cui sta lavorando.
    Infine Wikileaks non è eletta dai cittadini e non gestisce di fatto il potere per loro conto: può certamente permettersi di chiedere di essere valutata per quello che fa e non per la sua organizzazione.
  • come hanno fatto gli USA a perdere 250.000 documenti riservati?
    Non lo sappiamo con certezza ma è possibile che siano stati sottratti da Bradley Manning, anche se Wikileaks nega.
    In ogni caso sembra che il governo USA abbia commesso degli errori madornali quanto a sicurezza.
    Per prima cosa a quanto pare ha avuto l’idea di radunare i documenti indistintamente in un unico contenitore virtuale.
    Poi, seguendo evidentemente un malinteso spirito di condivisione, ha messo tutto questo sulla loro rete riservata SIPRNet, che raggiunge in pratica ogni insediamento USA sul pianeta.
    In questo modo un operatore in Iraq per la guerra, con privilegi adeguati, poteva leggere per es. un resoconto dell’Ambasciata USA a Mosca sulla criminalità in Russia.
    Potete immaginare quanta gente sia in grado di accedere a questa rete e come non sia necessario un hacking dall’esterno ma una semplice copia di pochi file da parte di un interno deciso a divulgarli.
  • quello che è scritto nei cablo di Wikileaks non è la verità ma solo l’opinione di alcuni funzionari
    I resoconti esposti nei dispacci diplomatici riservati USA svelati da Wikileaks non rappresentano, naturalmente, la realtà equilibrata dei fatti ma il punto di vista degli interessi americani nel mondo.
    Però non si tratta solo di un’opinione di qualche funzionario bensì del lavoro molto preciso di esperti che vengono inviati nel mondo non certo per fare i turisti ma per riportare e gestire le relazioni con grande precisione.
    Da questo punto di vista ogni parola (e persino la scelta dei vocaboli) ha grande peso e spesso mette inevitabilmente in luce operazioni e giudizi già condivisi da tutta la diplomazia americana e quindi dal Dipartimento di Stato e dall’Amministrazione USA.
    Ma in particolare i fatti descritti nei cablo (soprattutto in quelli classificati “secret”, “confidential” o “noforn”) possono essere considerati particolarmente affidabili proprio perché nessuno avrebbe mai immaginato che sarebbero stati resi pubblici e quindi si possono permettere di descrivere gli accadimenti nudi e crudi.
  • Wikileaks non è una news agency ma un gruppo di attivisti che vuole mettere in imbarazzo il potere
    La risposta migliore all’accusa a Wikileaks di non fare vero giornalismo ma di essere un gruppo filo-anarchico, che ritiene implicitamente il potere e i governi di essere in malafede o illegittimi, la fa Jeff Jarvis, noto giornalista americano.
    In sintesi, il giornalismo in generale nel mondo non dovrebbe considerare il potere legittimo e le sue azioni lecite per definizione.
    In occidente possiamo prendere per buona la legittimità di uno stato ma questo non dovrebbe implicare che tutte le sue azioni lo siano automaticamente.
    La realtà (che ben conosciamo in Italia) è che oggi le news agency sono troppo spesso dalla parte del potere invece che da quella dei lettori/cittadini.
    I governi hanno certamente bisogno di mantenere alcuni segreti ma il problema che Wikileaks fa venire alla luce è che troppo spesso i governi usano il segreto come normale amministrazione e la trasparenza quando sono costretti, invece dovrebbe essere il contrario e usare il segreto solo quando si è costretti.
    Quello che se ne deduce è che, da questo punto di vista, Wikileaks fa un atto profondamente giornalistico.

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