Author Archives: Luca Alagna

Google Latitude, privacy e l’espansione dell’identità digitale nel lifestreaming

Google ieri ha presentato e reso immediatamente disponibile al pubblico il suo nuovo servizio per la geolocalizzazione: Latitude.
Il fatto è rilevante (oltre che atteso da tempo) perché, pur esistendo già da un po’ altri servizi simili di geolocalizzazione (come Brightkite) la base utenti di Google è enorme e le potenzialità di sviluppo, soprattutto in unione ai loro sistemi di raccoltà pubblicitaria, sono impressionanti.
Il programma è associato all’ultima versione di Google Maps Mobile, l’applicazione per utilizzare ¬†le mappe installabile su cellulare, e permette di mostrare la propria posizione a un network di “amici”, inserendo anche un breve messaggio di stato, creando di fatto un social network.
L’innovazione rispetto ai servizi di geolocalizzazione esistenti è che non serve un cellulare con GPS integrato (o un modulo GPS esterno connesso via bluetooth) perché l’applicazione di Google funziona da sempre anche solo calcolando la posizione tramite le antenne radio circostanti (ovviamente con un margine di errore più grande rispetto al GPS).
Naturalmente per motivi di privacy personale Latitude¬†appena installato¬†non inserisce alcun “amico” ¬†ma è necessario indicare chi può vedere la nostra posizione tra i contatti esistenti in Gmail, o anche all’esterno tramite email, e si può decidere con quale precisione ognuno può individuarci (per es. sapere solo in quale città ci troviamo).
Infine si può scegliere se aggiornare la nostra posizione automaticamente o manualmente dando così la possibilità di “mentire”. Continue reading

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l’effetto Le Tigre: il modo sbagliato di parlare dei problemi seri di privacy su internet

Il bimestrale francese Le Tigre ha pubblicato un’inchiesta per dimostrare la pericolosità della diffusione dei dati personali su internet, e in particolare sui social network, probabilmente per sensibilizzare i propri lettori.
Si tratta di un problema molto serio che richiede la massima attenzione da parte di tutti.
Per fare questo ha preso un utente a caso e, a sua completa insaputa, ne ha seguito tutte le tracce digitali ricostruendo interamente la sua vita reale.
Ne è venuto fuori un articolo in cui, dando del tu al poveretto, si rivelava completamente la sua biografia compreso il suo nome e cognome.
Il malcapitato una volta scoperto l’articolo ha contatto la redazione per protestare ma non è riuscito ad ottenere nulla più della cancellazione del suo cognome (in effetti adesso sono rimasti nome e iniziale del cognome, il che non cambia molto…). Continue reading

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un’introduzione al lifestreaming: dal blog al lifestream

C’era una volta il blog.
Eravamo nell’era 1.0 e nascevano i primi social network.
La gente poteva crearsi con facilità un proprio sito web in cui inserire riflessioni, scritti, prove artistiche e le conversazioni cominciavano ad allargarsi.
Ma soprattutto il blocco minimo di informazione reperibile sul web si iniziava a frammentare.
Si passava dalla lunghezza tipica del documento, dalla pagina web (statica) degli anni passati al singolo post (la pubblicazione di un contenuto su un blog).
Questi nuovi blocchi più piccoli di informazione potevano essere cercati indipendentemente sui motori e addirittura aggregati trasversalmente (tramite un’altra invenzione, i feed RSS) senza perdere la loro identità.
Con l’era del web 2.0 gli utenti, e non i siti, diventano il vero centro dell’attenzione, il valore dei contenuti inizia a spostarsi verso i contenuti aggregati collettivamente e nascono servizi che permettono alla gente di esprimersi in mille punti di vista attraverso qualsiasi formato e format. Continue reading

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mutazioni digitali e riflessioni sul giornalismo

Il primo incontro di Mutazioni Digitali – alla FNAC di Roma e su CannocchialeTv – è stato molto interessante nel suo far venire alla luce differenti Weltanschauung su aree della comunicazione che dovrebbero essere alquanto vicine.
Probabilmente, nella sua formula inedita per argomenti di questo tipo, è risultato più istruttivo di qualsiasi divulgazione didascalica.
Quando le differenze sono così insolitamente marcate le riflessioni si arricchiscono ma una domanda incalza: come è possibile che la realtà sia vista in maniera così diversa da operatori del settore che sembrano contigui?
Tra i tanti temi toccati mi incuriosisce particolarmente la distanza tra chi vive quotidianamente l’evoluzione della comunicazione causata dalla rivoluzione della Coda Lunga e chi fa oggi giornalismo professionista sui mainstream.
Di fronte agli stimoli al cambiamento epocale dei primi i secondi rispondono con i loro classici modelli come se tutto il mondo ancora oggi possa essere spiegato sempre dalle stesse immutabili regole. Continue reading

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nokia e le conversazioni interrotte


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Proprio poco prima di scrivere il (prossimo) post su lifestreming e mobile con costi accessibili a tutti, il mio Nokia E51 (teoricamente eccellente nel rapporto qualità/prezzo) di neanche un mese smette di funzionare – nel senso che si spegne e non si accende più.
Per un telefono che ha come claim “conduci la conversazione” è un bel paradosso.
Cose che possono capitare – si potrebbe dire – anche se un tempo di vita così breve non mi era mai capitato dai tempi del¬†VIC-20.
Per fortuna (?) non siamo più nei cotonatissimi anni ’80 e il customer care è (dovrebbe essere) realtà.
Lo porto subito in assistenza, il telefono è morto, si vede (con tanto di verifica che non è ovviamente la batteria il problema): una settimana solo per sapere che dovrà andare alla sede centrale, perché si tratta della scheda logica.
Ma questo lo si sapeva già, il telefono è morto, si vede.
Tempo stimato (da loro): un mese.
Per fare che…? Vedo altamente improbabile un tecnico in camice e occhialetti che lavora col saldatore sulla scheda nei pressi del mio processore ARM 11.
Allora perché fare aspettare così tanto tempo un cliente il cui telefono è palesemente morto, per un evidente difetto di fabbricazioni per giunta (chè dopo neanche un mese non credo si possa esere usurato…)? Continue reading

12seconds, il micro videoblogging


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12seconds è forse uno strumento di videoblogging che mancava all’appello tra quelli disponibili per il digital lifestream.
Esprimersi attraverso video è un modo sempre più diffuso e spesso viene preferito alla parola scritta per la sua immediatezza e freschezza.
Che ne direste di poter descrivere un istante della vostra giornata o un vostro pensiero attraverso un micro-post ma, invece che a parole, mediante un breve video?
12seconds è una piattaforma (gratuita) che permette di pubblicare istantaneamente video di 12 secondi.
Esistono ovviamente altri servizi che permettono di pubblicare video su internet, come YouTube, che però – oltre ad avere un limite massimo di durata – richiedono l’upload del video e di conseguenza necessitano di un passaggio intermedio su un computer (se da videocamera o cellulare) o anche di un software di post-produzione (con tutti i possibili problemi di codifica per gli utenti meno esperti) che rendono il processo poco immediato. Continue reading

cresciuti a pane e reality

L’iniziativa di una scuola di Lecce di coinvolgere gli studenti delle superiori in una sorta di business game quotidiano su internet è davvero notevole ed encomiabile.
Gli studenti si confronteranno con un mercato, con regole, con il lavoro di gruppo, la creatività e la fattibilità delle idee di business, con veri costi, rapporti reali con l’imprenditoria locale e probabilmente impareranno molto.
Il tutto, però, avverrà all’interno di un format di Reality TV.
Class Action (questo il nome – un po’ ambiguo a dire il vero – dell’iniziativa) rappresenta finalmente un bagaglio concreto che la scuola affida agli studenti ed è una direzione che andrebbe incoraggiata (in ogni senso) dappertutto. Continue reading

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Mercati Parlanti #1: Destinazione (Kinder) Paradiso

“uhm…una canzone che parla del suicidio per una pubblicità di merendine x bambini…dei geni quelli della ferrero..”, il pensiero di un fan di Gianluca Grignani¬†è più o meno quello che viene in mente a qualunque adulto dai 30 in su appena si trova davanti allo spot delle merendine Kinder Paradiso in onda in queste settimane.
Il brano scelto per questa versione, infatti, è Destinazione Paradiso, il pezzo che ha lanciato il cantautore milanese a metà anni ’90 e che notoriamente – e per sua stessa ammissione in più di un’intervista – parla di suicidio. Continue reading

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il suicidio del made in italy

Il tanto discusso declino economico dell’Italia non sembra stia invertendo la rotta, nonostante qualche “buon intertempo” ogni tanto o qualche dato che saltuariamente torna su.
I nostri concorrenti globali, nonostante la crisi, hanno un altro passo e la cosa sorprende perch?ɬ® nessun altro paese al mondo ha le potenzialit?ɬ† dell’Italia di resistere alla recessione con la sua qualit?ɬ† e unicit?ɬ†, il made in italy.
Per esempio ?ɬ® proprio nei periodi di crisi in cui i beni di lusso e superlusso (in cui noi italiani siamo maestri) trovano nuova spinta (come ?ɬ® accaduto nella prima met?ɬ† degli anni 2000) e in questo l’euro forte e il caro petrolio – uguali per tutti – non risultano un ostacolo determinante, anzi.
Quello che sta accadendo invece ?ɬ® che stiamo uccidendo noi stessi il made in italy con l’indifferenza, soffocando la qualit?ɬ†. Continue reading

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Essere amici di Google o essere amici degli utenti? Google, la buona progettazione e le raccomandazioni W3C (prima parte)

Una delle mitologie pi?ɬ? comuni negli ultimi tempi tra chi fa web riguarda il rapporto tra Google e gli “standard” del W3C.
Google tiene in considerazione il livello di aderenza alle raccomandazioni del W3C delle pagine che indicizza?
La risposta pi?ɬ? immediata non possiamo che trovarla dentro Google stesso.
Provate a cercare “Does Google care about validation?” oppure “validation important Google” e cliccate sul primo risultato.
Si tratta di una pagina che sarebbe arduo definire non gi?ɬ† XHTML ma HTML: piena zeppa di errori, tag rimaste aperte o mancanza di marcatori essenziali (HTML, HEAD, BODY) e persino senza alcun DOCTYPE. Continue reading

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