140nn un canale sui fatti raccontati attraverso i social media

140 News NetÈ un po’ di tempo ormai che raccolgo fatti in anteprima e in tempo reale attraverso i social media seguendo crisi (come nel caso dell’Iran o dell’Honduras o delle catastrofi naturali) o raccogliendo notizie e approfondimenti interessanti.
È un nuovo modo di trattare e diffondere l’informazione, meno legato all’agenda globale e regionale, di cui ho già scritto e scriverò ancora e che, grazie anche all’incoraggiamento di molti, sono spinto a proseguire.
Fino ad oggi usavo il mio account Twitter come canale, mischiando quindi news e riflessioni tecnologiche, e in seconda battuta Friendfeed (molto diffuso tra noi italiani).
Ma spesso ero costretto a selezionare troppo i fatti di approfondimento per non intasare il canale principale o passarli solo su Friendfeed, che ha una vocazione più generalista.
L’interazione e l’approfondimento sono due caratteristiche fondamentali per questo modo di fare informazione, chiamiamolo personal journalism, e quindi ho deciso di aprire un canale su Twitter dedicato a questo aspetto.
Il nome 140 News Net (che assume una comoda e ironica abbreviazione in 140nn) racchiude per me queste caratteristiche: 140 (Twitter, la sintesi, la velocità e l’interazione), News (l’oggetto), Net (tutti noi, la lente dei Social Media).
Ho creato anche un account parallelo su Friendfeed per raccogliere le notizie in una vasta comunità e tutti gli ulteriori social network che successivamente, se dovesse essere utile, assocerò. Continue reading

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la mia linea editoriale 2010 per i Social Media: i fatti e le opinioni

Ogni tanto si sente la necessità di fare chiarezza sul tipo di interazione che si sta proponendo ai propri amici e lettori e forse l’inizio dell’anno è adatto per essere uno di quei momenti.
La chiamo linea editoriale per dargli sinteticamente un senso ma in realtà si tratta di un promemoria per capire a che punto siamo (sono) arrivati nei social network che uso.
Il mio social network di riferimento è Twitter: su Twitter scorre la vera forza dei Social Media.
Da Twitter partono quasi sempre le conversazioni che si sviluppano tra tutti noi sui due hub¬†di riferimento: Friendfeed (più generalista) e Facebook (più articolato).
A volte alcuni argomenti molto di nicchia vengono trattati singolarmente su una delle due piattaforme.
Questo blog è il contenitore degli articoli più lunghi ed elaborati e una specie di indice.
Ovviamente i social network utilizzati sono molti di più (li vedete qui nella colonna di destra, ordinati come fossero i sensi umani) ma tutti convergono su Twitter.
Morale: se volete trovare (o ritrovare) il mio lifestreaming seguite il mio Twitter.

Propongo due tipi di contenuti: i fatti e le opinioni.
Non voglio essere didascalico né sembrare devoto a una qualche ortodossia giornalistica ma noto qui e là che talvolta alcuni interpretano male il tono, ignorano il background o si approcciano con qualche pregiudizio generando poi inutili discussioni per ricapitolare le puntate precedenti. Continue reading

i fatti raccontati attraverso i social media e il nuovo giornalismo

Lo scrivo subito così ci togliamo il pensiero, il giornalismo non morirà, e le novità che stanno emergendo in questi anni non si contrappongono frontalmente a questa bellissima professione.
Ci troviamo, invece, di fronte a notevoli opportunità di espandere il raggio d’azione del giornalismo stesso senza perdere il contatto con la realtà.
Insomma non è un cambiamento che dovrebbe spaventare, nonostante metta in discussione le regole e le gerarchie che si sono stratificate fino ad oggi.
Al contrario, probabilmente si tratta di un ritorno all’essenza del giornalismo.

Vorrei partire da un esempio pratico.
Lo scorso giugno è accaduto in Iran qualcosa di dirompente.
E non mi riferisco al forte dissenso che ha mostrato crepe ¬†in una rigida repubblica islamica bensì al fatto che la gente che protestava in piazza, in maggior parte giovani e abituati a usare i cellulari e internet, ha utilizzato i social media (la nuova frontiera del web fatta di blog, Twitter, Facebook, Youtube e molto altro), per uscire dalla censura e portare notizie al resto del mondo, in cerca di aiuto.
Stavo raccogliendo su internet informazioni sulla situazione post elettorale iraniana per farne un articolo e mi sono trovato di fronte prima alle avvisaglie e poi a un susseguirsi infinito di eventi imprevedibili. Continue reading

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una spinta decisa alla Rete italiana

Ho sempre più l’impressione che quella rete di relazioni e di contatti che chiamavamo Blogosfera e adesso, forse, chiamiamo Socialsfera in Italia sia certamente un luogo di incontro virtuale e reale tra professionisti, imprenditori e appassionati, un luogo di scambio e spesso di arricchimento ma stenti ancora a diventare un vero e proprio marketplace per la comunicazione digitale.
Altrove la rete e i suoi incontri, ormai da anni, diventano occasioni di business diretto con i “big player” (penso alla West Coast in USA, ai First Tuesday di Londra), con le industrie che hanno soldi da investire in comunicazione digitale, da noi l’unica versione di mercato che vi funziona è quella del lavoro subordinato: azienda cerca collaboratori o dipendenti. Gli affari si fanno altrove.
E così la Socialsfera diventa un posto dove ognuno porta il proprio bagaglio, lo mostra, a volte lo coinvolge, a volte è una buona vetrina, si discute, si chiacchiera, si scherza, si impara ma i veri contatti di business, le relazioni solide, rimangono fuori.
Sarebbe una situazione normale in una fase pionieristica ma a quasi dieci anni dalla nascita del blog questa fatica a crescere nella direzione più ampia e appetibile di sviluppo può diventare preoccupante per questo settore dell’innovazione italiana e può inaridirlo.
Serve una spinta decisa da parte dei più lungimiranti, non serve continuare a coltivare l’orticello offline per poi esporne i risultati online.

prime impressioni su Google Wave: e l’interfaccia grafica?

Sto testando da un po’ la preview (una versione beta chiusa al pubblico) di Google Wave, l’attesissimo nuovo servizio di Google in grado, nelle intenzioni di BigG, di sostituire ogni strumento di comunicazione su internet, email compresa.
Già nei giorni scorsi abbiamo letto abbondanti cronache su come l’email sia superata e ci attenda un futuro molto più interattivo e in network.
Senza dubbio l’evoluzione va in questa direzione ma al di là di qualsiasi entusiasmo positivistico, tralasciando per ora le dovute considerazioni sulla lentezza del progresso nella cultura digitale (oggi la maggioranza delle persone sta appena passando dall’email ai social network…) e un’analisi approfondita di Google Wave quando sarà stato testato più a lungo, vorrei sottolineare un’aspetto che mi salta subito all’occhio: l’interfaccia grafica.

L’interfaccia è la vera tecnologia, lo abbiamo imparato negli ultimi 15 anni di sviluppo, possiamo creare un motore straordinario e impareggiabile ma senza un’adeguata interfaccia tutto sarà vano.
Questa è anche la lezione del successo planetario dell’iPhone, in cui l’inedita interfaccia (lo schermo multi-touch) diventa il motore stesso dell’innovazione permettendo a sua volta nuove funzionalità.
Ora se penso ai prototipi che girano da tempo sulle nuove interfacce per navigare, su nuovi browser (se ancora si potranno chimare così) e sulle evoluzioni permesse proprio dal multitouch e dalle integrazioni tra mobile, wi-fi e computer quello che si vede su Google Wave sembra concepito 10 anni fa. Continue reading

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