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perché il Premio Nobel per la Pace non serve a Internet ma ai Liu Xiaobo

Alcuni si saranno accorti che da 10 mesi la versione italiana del magazine Wired sta sostenendo una campagna (firmata Ogilvy) per l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace a Internet, che avverrà l’8 ottobre (domani).
Forti del fatto che il premio, del valore circa di 1,5 mln di euro, è stato già assegnato in passato a un’entità (anche se giuridica) invece che a una persona, la rivista guidata da Riccardo Luna, edita da Condé Nast (uno degli editori più grandi del mondo), sta spendendo la propria credibilità e quella degli appassionati della Rete per sensibilizzare politici, personaggi famosi e giornalisti sulla bontà di questa idea.

Mi sembra poco utile approfondire il discorso su cosa rappresenti Internet per l’umanità e se sia un mezzo intrinsecamente buono o cattivo o se sia solo un mezzo, e come tale neutro.
È più interessante invece allargare l’orizzonte e cercare di capire ciò di cui si sta veramente parlando.
Il Premio Nobel per la Pace è uno dei riconoscimenti simbolici più importanti dell’umanità, viene conferito a persone che si sono impegnate attivamente a favore della pace.
Tra i premiati ci sono Madre Teresa di Calcutta, l’attuale Dalai Lama, Nelson Mandela, Martin Luther King, Rigoberta Mench??, Aung San Suu Kyi, Gorbaciov, Desdmond Tutu, Lech Walesa. Continue reading

le news online non uccidono quelle tradizionali anzi l’aiutano: gli americani si informano sempre più grazie a Internet

Un ricerca di Pew Research Center rivela che il consumo di informazione degli americani è cresciuto.
L’informazione online, in grande crescita, non intacca quella tradizionale e il risultato è che la gente dedica più tempo rispetto al passato a seguire le news, su ogni mezzo.
È decisamente una buona notizia perché maggiore informazione, con contributi più eterogenei grazie al web, migliora la democrazia, inoltre il mondo online evidentemente stimola un comportamento positivo.
Non si avverano, quindi, le maldestre previsioni di morte dell’informazione tradizionale a favore di quella online: con la prima gli americani passano, proprio come 10 anni fa, 57 minuti al giorno ma aggiungono 13 minuti di news online (solo su PC) per un totale di 70 min al giorno, un record storico.

In particolare per i quotidiani più importanti l’informazione online sembra fare da traino alle vendite cartacee.
Per esempio l’età dei lettori del New York Times è inferiore alla media nazionale ed è senza dubbio collegato al successo del quotidiano online.
In altre parole: le testate che non sanno innovare e rinnovarsi muoiono lentamente con l’età media dei propri lettori.

la ricerca completa: Americans Spending More Time Following the News

come spende i nostri soldi la Camera dei Deputati?

In uno Stato in cui le spese sono trasparenti e i cittadini possono controllare e partecipare ci sono meno sprechi e più efficienza.
Per questo paesi come gli USA (con la piattaforma¬†Open Government) e la Gran Bretagna (che ha ingaggiato un certo Tim Berners-Lee per farsi spiegare come rendere pubblici i dati pubblici), spinti anche da movimenti d’opinione, iniziano a rendere disponibili i dati sul funzionamento della pubblica amministrazione in modo da permettere a chiunque di aggregarli o elaborarli.
In Italia nonostante tante belle parole il governo e gli amministratori pubblici stanno facendo molto poco per rendere liberamente disponibili i dati (anzi, c’è addirittura chi minaccia di oscurarli per motivi di ordine pubblico) e seguire una filosofia di Open Data. Continue reading

chi ha bisogno di Google Instant Search? gli utenti o Google?

Oggi Google ha introdotto una nuova funzione per la ricerca: Instant Search.
In poche parole gli utenti registrati su Google non appena digiteranno la prima lettera, e le seguenti, vedranno non solo i suggerimenti possibili (come accadeva fino ad oggi) ma il motore mostrerà subito la pagina dei risultati associata al primo termine suggerito, e questa pagina naturalmente cambierà man mano che si completa l’inserimento di ciò che si vuole realmente cercare.
Per fare un esempio se iniziate a inserire “f”, il primo termine suggerito è Facebook e comparirà subito la pagina dei risultati su “facebook”.
Ma se aggiungete una “o” (ottenendo “fo”) il primo termine suggerito diventa Ford e compare subito la pagina dei risultati associata a “ford”, e così via.
La funzione è attivata automaticamente e se non la si vuole usare è necessario disattivarla.

Il team di Google afferma che la nuova funzione permetterà di risparmiare dai 2 ai 5 secondi per ogni ricerca, aggiungendo bizzarri calcoli sui miliardi di secondi risparmiati nel mondo.
La conseguenza sarebbe che più fai ricerche e più risparmi tempo ma se fai tante ricerche al giorno probabilmente non stai cercando “facebook” o “ford” e ogni lettera che digiti genera chiamate e quindi traffico.
Se invece fai poche ricerche potrei suggerirti come impiegare in maniera proficua quegli 8 secondi al giorno che risparmierai ma non mi viene in mente nulla adesso. Continue reading

BBC London News sta usando i Social Media per seguire al meglio le notizie sullo sciopero della metro

La redazione di Londra della BBC sta usando la proprio presenza online (in particolare Twitter) per relazionarsi direttamente con i cittadini, raccogliere informazioni, fornire un contesto comune diffondendo l’hashtag #TubeStrike, usare al meglio i propri reporter con una radicata presenza online e soprattutto costruire una mappa dello sciopero in crowdsourcing (¬†London Tube Strike Map ) dove tutti possono segnalare problemi e interruzioni.
Tutto questo combinato con informazioni provenienti da altre fonti.
Un modo di informare più aderente alla realtà, che fornisce un reale servizio e aumenta la diffusione della testata.
Siamo pronti in Italia per seguire questo modello?

approfondisci: How BBC London is experimenting with social media to cover the Tube strike

comunicare e relazionarsi con gli altri sui Social Media usando una specie di “matrice di successo” paga?

Meglio essere spontanei e appassionati o artificiosi e calcolatori?
Basta essere connessi (o aver preso qualche aperitivo insieme) con gli altri per riuscire a far passare qualsiasi messaggio o la gente seleziona anche in base al valore (umano)?

rif. Matrice di Successo

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