È la considerazione prima in classifica tra i top manager italiani, soprattutto di chi è vicino al mezzo televisivo: “i Social Media? sì molto belli, ma sono numeretti“.
Eppure vediamo sotto i nostri occhi cambiamenti rilevanti dovuti a Internet, nell’informazione (dall’Iran a Wikileaks), nella politica (quando vediamo scendere in piazza un milione di persone che si sono dati appuntamento su Facebook), nella vita privata (quanti non danno più il cellulare ma il contatto Facebook?) e così via.
Sembra un fenomeno imperscrutabile ma di cui abbiamo la certezza di un’affermazione futura.
In realtà i Social Media stanno già cambiando la nostra vita, il mercato, i comportamenti d’acquisto solo che non abbiamo ancora strumenti univoci per misurarlo come accade per la TV.
La TV ha caratterizzato un’epoca, ha segnato l’affermazione della comunicazione di massa (e della cultura di massa) ma ora viene affiancata da un altro mezzo, Internet, che non la sostituisce (non punta a sostituire alcun media) ma la cambia.
Stiamo passando dall’era dell’audience all’era dei gruppi sociali. Continue reading
le news online non uccidono quelle tradizionali anzi l’aiutano: gli americani si informano sempre più grazie a Internet
Un ricerca di Pew Research Center rivela che il consumo di informazione degli americani è cresciuto.
L’informazione online, in grande crescita, non intacca quella tradizionale e il risultato è che la gente dedica più tempo rispetto al passato a seguire le news, su ogni mezzo.
È decisamente una buona notizia perché maggiore informazione, con contributi più eterogenei grazie al web, migliora la democrazia, inoltre il mondo online evidentemente stimola un comportamento positivo.
Non si avverano, quindi, le maldestre previsioni di morte dell’informazione tradizionale a favore di quella online: con la prima gli americani passano, proprio come 10 anni fa, 57 minuti al giorno ma aggiungono 13 minuti di news online (solo su PC) per un totale di 70 min al giorno, un record storico.
In particolare per i quotidiani più importanti l’informazione online sembra fare da traino alle vendite cartacee.
Per esempio l’età dei lettori del New York Times è inferiore alla media nazionale ed è senza dubbio collegato al successo del quotidiano online.
In altre parole: le testate che non sanno innovare e rinnovarsi muoiono lentamente con l’età media dei propri lettori.
la ricerca completa: Americans Spending More Time Following the News
l’UDC di Casini cambia nome e si affida al crowdsourcing
L’UDC cambia nome e invece di ingaggiare la classica agenzia decide di affidarsi a una community italiana online di crowdsourcing su creatività e grafica.
Gli iscritti alla community Bootb possono inviare proposte sul nome fino al 1 gennaio 2011, il brief è pubblico e il premio per il vincitore è di 5000$.
Credo sia il primo partito politico in Italia presente in Parlamento che si affida al web per rinnovare un patrimonio importante come il proprio nome.
L’operazione prevede indubbiamente un ritorno comunicativo ma non è da sottovalutare una buona dose di coraggio di mettersi in gioco.
come spende i nostri soldi la Camera dei Deputati?
In uno Stato in cui le spese sono trasparenti e i cittadini possono controllare e partecipare ci sono meno sprechi e più efficienza.
Per questo paesi come gli USA (con la piattaforma¬†Open Government) e la Gran Bretagna (che ha ingaggiato un certo Tim Berners-Lee per farsi spiegare come rendere pubblici i dati pubblici), spinti anche da movimenti d’opinione, iniziano a rendere disponibili i dati sul funzionamento della pubblica amministrazione in modo da permettere a chiunque di aggregarli o elaborarli.
In Italia nonostante tante belle parole il governo e gli amministratori pubblici stanno facendo molto poco per rendere liberamente disponibili i dati (anzi, c’è addirittura chi minaccia di oscurarli per motivi di ordine pubblico) e seguire una filosofia di Open Data. Continue reading
l’iPad è utile? dipende se trovi un’app giusta per te
Negli ultimi tempi la domanda che mi fanno più frequentemente (e immagino capiti a tanti altri) è questa.
“Mi serve l’iPad?” “È utile?”.
La risposta è sempre: “dipende, se trovi l’app giusta per te (almeno una) diventa uno strumento insostituibile, altrimenti è solo un bellissimo pezzo di plastica”.
Ma la successiva domanda è quella che arriva al punto: “Ci posso installare XYZ?” (dove XYZ è generalmente un software professionale).
Il punto è proprio questo, l’iPad non è un personal computer, non è un notepad, non è un netbook.
Cioè non è un dispositivo multiuso come il computer a cui siamo abituati, in cui il valore dello strumento è proporzionale alle possibilità offerte (ingressi, uscite, potenza, capacità ecc.).
Persino gli smartphone ci stanno abituando a questo modello: poterci fare tutto.
L’iPad al contrario è un dispositivo implicitamente specializzato. In cosa? Continue reading
chi ha bisogno di Google Instant Search? gli utenti o Google?
Oggi Google ha introdotto una nuova funzione per la ricerca: Instant Search.
In poche parole gli utenti registrati su Google non appena digiteranno la prima lettera, e le seguenti, vedranno non solo i suggerimenti possibili (come accadeva fino ad oggi) ma il motore mostrerà subito la pagina dei risultati associata al primo termine suggerito, e questa pagina naturalmente cambierà man mano che si completa l’inserimento di ciò che si vuole realmente cercare.
Per fare un esempio se iniziate a inserire “f”, il primo termine suggerito è Facebook e comparirà subito la pagina dei risultati su “facebook”.
Ma se aggiungete una “o” (ottenendo “fo”) il primo termine suggerito diventa Ford e compare subito la pagina dei risultati associata a “ford”, e così via.
La funzione è attivata automaticamente e se non la si vuole usare è necessario disattivarla.
Il team di Google afferma che la nuova funzione permetterà di risparmiare dai 2 ai 5 secondi per ogni ricerca, aggiungendo bizzarri calcoli sui miliardi di secondi risparmiati nel mondo.
La conseguenza sarebbe che più fai ricerche e più risparmi tempo ma se fai tante ricerche al giorno probabilmente non stai cercando “facebook” o “ford” e ogni lettera che digiti genera chiamate e quindi traffico.
Se invece fai poche ricerche potrei suggerirti come impiegare in maniera proficua quegli 8 secondi al giorno che risparmierai ma non mi viene in mente nulla adesso. Continue reading
BBC London News sta usando i Social Media per seguire al meglio le notizie sullo sciopero della metro
La redazione di Londra della BBC sta usando la proprio presenza online (in particolare Twitter) per relazionarsi direttamente con i cittadini, raccogliere informazioni, fornire un contesto comune diffondendo l’hashtag #TubeStrike, usare al meglio i propri reporter con una radicata presenza online e soprattutto costruire una mappa dello sciopero in crowdsourcing (¬†London Tube Strike Map ) dove tutti possono segnalare problemi e interruzioni.
Tutto questo combinato con informazioni provenienti da altre fonti.
Un modo di informare più aderente alla realtà, che fornisce un reale servizio e aumenta la diffusione della testata.
Siamo pronti in Italia per seguire questo modello?
approfondisci: How BBC London is experimenting with social media to cover the Tube strike
comunicare e relazionarsi con gli altri sui Social Media usando una specie di “matrice di successo” paga?
Meglio essere spontanei e appassionati o artificiosi e calcolatori?
Basta essere connessi (o aver preso qualche aperitivo insieme) con gli altri per riuscire a far passare qualsiasi messaggio o la gente seleziona anche in base al valore (umano)?
rif. Matrice di Successo
blogosfera, italia, matrice di successo, social media fare HR tramite Facebook
L’Oréal cerca talenti e offre opportunità di carriera tramite Facebook e relative app http://bit.ly/8XeHEb
social network che va, social network che resta (Friendfeed)
HotPotato, appena acquisita da FB, chiude il sito e dà modo agli utenti di scaricare i propri contenuti http://bit.ly/aYfmt5 #acqu-hire