un tweet volgare e omofobo sul profilo ben gestito di @VodafoneUK, poi l'azienda si scusa http://bit.ly/d9xqiR
Author Archives: ezekiel
Massive Attack
l’ultimo disco dei Massive Attack, appena uscito, si può ascoltare online http://bit.ly/bu7tgV
giornalismo
la Reuters ritratta una notizia anti-Obama e nasce uno scandalo proprio perché è un'eccezione, non la regola http://bit.ly/bpatA2
sto iniziando a usare l'hashtag per pubblicare alcuni miei tweet, da conservare e commentare, su http://www.stilografico.com
web-tv
Le Nomination agli Oscar si sono svolte in diretta streaming su Facebook. bye bye TV http://bit.ly/b3zPdP
ebook
Il costo marginale di un ebook tende a zero. Quindi perché mai lo dovremmo pagare 15$? il caso Macmillan http://bit.ly/cUVR1q
una spinta decisa alla Rete italiana
Ho sempre più l’impressione che quella rete di relazioni e di contatti che chiamavamo Blogosfera e adesso, forse, chiamiamo Socialsfera in Italia sia certamente un luogo di incontro virtuale e reale tra professionisti, imprenditori e appassionati, un luogo di scambio e spesso di arricchimento ma stenti ancora a diventare un vero e proprio marketplace per la comunicazione digitale.
Altrove la rete e i suoi incontri, ormai da anni, diventano occasioni di business diretto con i “big player” (penso alla West Coast in USA, ai First Tuesday di Londra), con le industrie che hanno soldi da investire in comunicazione digitale, da noi l’unica versione di mercato che vi funziona è quella del lavoro subordinato: azienda cerca collaboratori o dipendenti. Gli affari si fanno altrove.
E così la Socialsfera diventa un posto dove ognuno porta il proprio bagaglio, lo mostra, a volte lo coinvolge, a volte è una buona vetrina, si discute, si chiacchiera, si scherza, si impara ma i veri contatti di business, le relazioni solide, rimangono fuori.
Sarebbe una situazione normale in una fase pionieristica ma a quasi dieci anni dalla nascita del blog questa fatica a crescere nella direzione più ampia e appetibile di sviluppo può diventare preoccupante per questo settore dell’innovazione italiana e può inaridirlo.
Serve una spinta decisa da parte dei più lungimiranti, non serve continuare a coltivare l’orticello offline per poi esporne i risultati online.
Friendship Policy 2009, ovvero che mi aggiungi a fare se con me non vuoi comunicare?
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Ora che i network si moltiplicano e la conversazione globale si fa sempre più liquida diventano essenziali.
Con l’arrivo repentino di molti neofiti dei social network ho deciso di lasciare la strada della carota + bastone e mettere nero su bianco le regole che seguo nell’aggiunta di nuovi contatti sui social network che frequento (di cui potete trovare i link qui a destra).
Io non penso, come molti tecno-conservatori, che facebook debba essere riservato a un ristretto novero di conoscenze personali acquisite altrove (magari in modi molto meno “sicuri”…), come se gli stessi aprendo la mia porta di casa.
Invece su Facebook è possibile fare nuove conoscenze e comunicare pienamente a patto di essere coscienti del mezzo e rispettare il suo contesto, come per tutti i social media.
In fin dei conti si tratta di un “annuario” virtuale con qualche informazione aggiuntiva su cui ci si relaziona a livello esclusivamente personale.
Quindi non create account a nome della vostra società o della band in cui suonate o del vostro personaggio storico preferito (esistono delle pagine apposite su facebook per gestire questo).
In tal caso non vi aggiungerò, io ho il mio volto, foto e video di me, le informazioni personali che ho deciso di condividere e vorrei relazionarmi con qualcuno che fa lo stesso.
Meno che mai gli account anonimi o un personaggio di fantasia o la vostra ultima trovata situazionista.
Apprezzerò sicuramente molto la vostra creatività ma Facebook non è il posto adatto.
Viceversa non ho mai filtrato nessuno per la differenza di interessi, anzi credo che la diversità sia una gran ricchezza (ovviamente il discorso non si applica a chi risulta a mio insindacabile giudizio antipatico).
Sempre considerando il contesto di Facebook è molto gradita una propria foto nel profilo.
D’altronde se volete nascondervi o rimanere anonimi avete sbagliato link.
Infine non ve la prendete se non vi scrivo o commento ogni mezz’ora, vi sto seguendo lo stesso, la Rete è molto grande, ci sono molte cose da seguire e cerco di essere sempre più multitasking.
Se ve la prendete per questo allora forse fate bene a togliermi.
Siamo quasi agli antipodi di Facebook, qui è possibile creare un account del magazine in cui lavorate o esprimere il vostro talento artistico con un romanzo a puntate di 140 caratteri.
L’importante è che si abbia un riferimento esterno per sapere con chi si ha a che fare.
Quindi non aggiungerò chi non ha un link di riferimento nel profilo.
Ovviamente non aggiungerò spammer espliciti, ad es. chi ti aggiunge al solo scopo di mostrarti il link del proprio sito/prodotto che campeggia solitario nel profilo.
Ma neanche (sempre a mio giudizio) spammer impliciti.
Come si riconoscono gli spammer impliciti?
Se segui 5000 contatti e sei seguito solo da 10 sei uno spammer implicito (o una persona terribilmente poco interessante) e probabilmente hai usato un programmino per aggiungere gente a caso.
Se vuoi solo promuovere il tuo servizio/prodotto/sito e non vuoi realmente conversare sei uno spammer implicito e non ti aggiungerò.
E’ anche possibile che ti aggiunga per verificare se sei uno spammer, in caso positivo poi ti toglierò.
Spesso mi imbatto in conversazioni stimolanti nella Rete e cerco di aggiungere nuove voci interessanti su twitter ma se avete il vostro profilo protetto (compare il lucchetto) non lo farò, anche perché mi è impossibile vedere il profilo senza superpoteri.
Infine se mi aggiungete per fare numero e poi mi ignorate vi toglierò, perché evidentemente non avete voglia di conversare con me.
Friendfeed
E’ il social network emergente, che in Italia non ha ancora sfondato perché testate autorevoli come Max o TGCom non ne hanno ancora evidenziato il potenziale pornografico e corruttivo, in cui è possibile far fluire tutte le proprie attività online con l’aggiunta di ulteriori commenti e discussioni.
Qui rispetto all’utilizzo italico le problematiche derivano dal fatto che molti lo usano come se fosse una chat privata (o al meglio un forum di discussione dei tempi del php-nuke) con un gruppo ristretto di amici/parenti/sodali/colleghi (di solito seduti alla scrivania di fronte) che sadicamente infliggono alla blogo-twittero-frendfiddo-sfera tutta, contemporaneamente.
Eh sì perché gli (ingenui) creatori americani per allargare la conversazione hanno pensato – giustamente – di fornire a ogni utente non solo le conversazioni degli amici ma anche quelle degli “amici degli amici“, ignari del potenziale che quel termine ha nel nostro paese (ma allora Coppola tre “Il Padrino” che li ha fatti a fare?).
Ora nessuno pretende che si dicano sempre cose interessanti, anzi, ma conversazioni criptiche del tipo “oggi mi sento rataplan” “ahahah sei fuori” “ho capito, stasera al pier ti dico” e via altri 120 commenti, tutti sempre tra le stesse 5 persone, che portano continuamente in evidenza la discussione per le seguenti 4 ore francamente sono pesanti, evidenziano una voglia di conversare con gli altri pari a zero ed equivalgono più meno a quelli che in treno vogliono far sentire a tutto il vagone la propria vita, anche a chi ha sonno.
Per fortuna i creatori ci hanno fornito di due strumenti aggiuntivi: hide (che permette di nascondere discussioni e discussori a diversi livelli) e like (anche se effettivamente un tasto “estigrancazzi” manca).
Allora, ovviamente discussioni come queste le nasconderò (hide).
perché hide e non scroll (del mouse)? perché così si evita che continuino a tornare su per tutta la giornata.
Userò l’hide anche con chi non ha voglia di conversare o condividere realmente ma solo di fare spamming di se stesso ovvero proiettare il proprio splendido ego sui mille schermi dei social network; non per motivi moralistici ma per motivi di tempo e di opportunità: se voglio bearmi dello spettacolo di qualcuno uso altri network e altri media.
Come si può intuire su Friendfeed può non servire a molto disiscriversi ai feed di qualcuno perché potrebbe ricomparire nei contenuti che visitiamo come “amico dell’amico” di un nostro contatto quindi la funzione hide può essere molto utile.
Ma è anche importante la qualità dei contatti che hanno i nostri “amici”.
Nei casi estremi potrà essere necessario nascondere tutti i feed provenienti dai contatti di un singolo contatto (ma non mi è ancora capitato).
Invece non disattiverò mai la possibilità di vedere gli “amici degli amici” di qualsiasi mio contatto perché secondo me questa sorta di serendipità sociale di Friendfeed è proprio la sua grande forza.
Di norma mi iscrivo a qualsiasi contatto si iscriva a me su Friendfeed (perché è nella caratteristica del network quella di fornire riferimenti esterni a siti-blog-ecc.) anche a coloro che capiscono l’italiano ma scrivono in lingue che non comprendo (che è quello che molti americani fanno con me visto che non ho ancora implementato il mio sito in inglese).
Però a volte capita che qualcuno pur avendoti aggiunto ai tuoi contatti (cosa che ti spinge come detto a ricambiare l’aggiunta e quindi vedere i suoi feed e anche quelli di tutti i suoi amici) poi ti ignori completamente, non nel commentare i tuoi feed (e ci mancherebbe, non scriviamo sempre cose interessanti) ma per es. nelle discussioni all’interno dei suoi stessi feed!
Se questo capita a lungo lo toglierò dai contatti, non per ripicca ovviamente (ognuno fa come vuole) ma se qualcuno non ha voglia di conversare con me perché mi devo sorbire tutti i suoi feed e quelli dei suoi amici?¬† (oltretutto c’è una buona probabilità che questo capiti perché ti ha messo in hide dopo averti aggiunto, in pratica la nuova frontiera dello spammer sociale).
Infine se aggiungo un contatto perché mi interessa conversare con lui e lui (dopo un ragionevole lasso di tempo, sì lo so) non mi aggiunge allora lo tolgo.
Tecnicamente potremmo conversare lo stesso ma nel farlo ci vuole anche un minimo di attenzione, che è quella che io cerco di dare, e che quindi mi aspetto.
Ad ogni modo anche qui, capisco benissimo, uno può non voler conversare con tutti e in tal caso andiamo avanti, senza rancore.
quelli che in palestra (men version)
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Quelli che in palestra per spogliarsi occupano tutte le panche.
Quelli che non contenti lasciano le loro borse, scarpe ecc. in giro nello spogliatoio.
Quelli che si portano il cellulare in palestra.
Quelli che interrompono un esercizio per rispondere a un sms.
Quelli che si mettono l’olio/crema idratante dopo la doccia.
Quelli che roteano come i dervisci per infilarsi la giacca.
Quelli che fanno i duri allo specchio.
Quelli che usano un deodorante spray con un essenza intrusiva derivata dal gas nervino, da togliere il fiato.
Quelli che usano il bagnoschiuma alla stessa essenza.
Quelli che tutte le docce sono libere e si devono mettere proprio accanto a te.
Quelli che tutti gli armadietti sono liberi e si devono mettere proprio vicino a te.
Quelli gonfi curatissimi in ogni dettaglio che poi sollevano la stessa tua quantità di pesi che è la prima settimana che sei iscritto.
Quelli che tu stai usando una macchina, c’è il tuo asciugamano , ti giri e li ritrovi a usarla noncuranti “tanto è solo una serie”.
Quelli che si parlano da un lato all’alto dello spogliatoio raccontandosi tutti i cavoli loro.
Quelli che sono davvero negati ma pensano di essere degli atleti di alto livello facendo esercizi improbabili in cui mettono a rischio la propria vita e quella degli astanti.
Quelli che si sono scelti tutto l’abbigliamento in modo da evidenziare i propri pregi e nascondere i difetti.
Quelli che ci vanno in gruppo, fanno gli esercizi in gruppo e chiacchierano in gruppo.
Quelli che esagerano col peso per le braccia, compensano con le spalle e se le rompono.
Quelli che abboccano a qualsiasi trucco alimentare tipo mangiare barrette di gabbiano, succo di provola o solo proteine nelle ore dispari e prima di svegliarsi.
Quelli che si depilano dalla testa ai piedi.
Quelli che usano il phon per asciugarsi i peli del petto (se va bene).
Quelli che devono per forza fare gli amiconi con gli istruttori.
Quelli che si addormentano nell’idromassaggio rischiando di affogare.
Quelli che visto da qui il maschio italiano è messo proprio male…
la tutela degli interessi italiani, a tasso variabile
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ENI cederà la rete di distribuzione gas di Roma detenuta da Italgas alla francese Suez.
In questo modo il monopolista di fatto italiano dell’energia, con concessione statale, che ha già avuto un’annata straordinaria grazie ai prezzi del petrolio, incasserà circa 1 miliardo di euro.
Se ne sentiva gran bisogno.
Chissà se tutto questo surplus di denaro verrà utilizzato, dietro stimolo del governo, per alleviare le bollette degli italiani o per arricchire le tasche dei grandi azionisti e manager.
Voi su cosa scommettereste?
Rimane solo un grosso dubbio: perché quel baraccone di Alitalia non poteva essere venduto a nostre condizioni vantaggiose ad Air France per tutelare gli interessi italiani mentre cedere una ben più importante rete di distribuzione di energia della capitale sempre ai francesi è cosa lecita che non suscita il minimo imbarazzo.