una possibile rappresentazione grafica per il crowdsourcing

Trendz Map on MindMeister

Trendz Map on MindMeister.

I social network possono rappresentare un ottimo strumento per la progettazione collaborativa.
A maggior ragione con l’evoluzione verso il lifestreaming gli strumenti a disposizione sono più rapidi e efficienti. Si può concretamente far uso dell’intelligenza collettiva.
E’ quello che viene anche chiamato crowdsourcing: la fiducia nella competenza complessiva di una rete sociale o una comunità di persone.
Una organizzazione può affidare dei compiti particolarmente specializzati non più solo a una persona, entità o team esterno (outsourcing) bensì a un insieme distribuito di persone con cui interagisce attraverso un unico strumento.
Naturalmente questo modello esiste da tempo su internet, è stato usato nei forum, nelle mailing list ed è sfruttato sistematicamente nella comunità open source (nonchè alla base del suo successo).
Ma con i social network e i nuovi strumenti è possibile iniziarlo ad applicare in molti campi.

Quando a fine 2008 Nicola Mattina ha posto su FriendFeed (e nel gruppo Club dei Media Sociali su LinkedIn) una domanda sulle tendenze del 2009 in Italia riguardo i media sociali le risposte sono state ricche e numerose: sarebbe stato un panel difficile da riunire con i metodi classici.
I risultati potevano sembrare già ampiamente soddisfacenti ma naturalmente nuove dinamiche richiedono anche nuovi metodi di analisi e soprattutto rappresentazioni visive che siano in grado di condividere i risultati con chiarezza e semplicità.
Così quando ci siamo trovati davanti alla pubblicazione dei risultati testuali degli interventi in un Quaderno mi è venuto in mente un possibile passo in avanti.
Quello che ci serviva era un modo semplice, grafico e sintetico (ma espressivo) per collegare le opinioni raccolte e delineare un quadro generale sulle previsioni del 2009.
La strada che mi sembrava si adattasse meglio alla relazionalità e alla creatività espressa era quella di una mappa mentale.
Questo strumento è molto utile come supporto alle fasi più creative e meno strutturate della conoscenza, come per es. un brainstorming, e nasce già molto ricco graficamente e stimolante.
Ovviamente non si poteva utilizzarla nel suo classico processo, avevamo già ottenuto tutti i risultati, perciò ho immaginato un nuovo processo che simulasse un brainstorming (guidato da un esperto) con quei risultati.
Una specie di brainstorming asincrono a distanza in cui l’arricchimento grafico poteva essere realizzato a posteriori.
In effetti una mappa di questo tipo è una via di mezzo tra una mappa mentale e una solution map.¬†

Il risultato finale, ottenuto con il supporto di due guide (me e Nicola), prima della fase di arricchimento grafico è rappresentato su questo utile tool di condivisione (che è stato anche usato durante il processo stesso e ha permesso una ulteriore velocizzazione).

Una prima analisi del risultato ci ha mostrato come, oltre alla capacità rappresentativa, lo strumento abbia anche una caratteristica predittiva andando a individuare le direzioni che la comunità aveva delineato.
Non solo rappresentando, quindi, le informazioni ma fornendo una reale risposta alla domanda iniziale già partendo con un buon numero di opinioni.
E’ chiaro che in un processo come questo il ruolo delle guide diventa via via più importante e all’aumentare dei partecipanti la descrizione delle previsioni può essere più accurata.
Aumentando la scala si possono immaginare degli sviluppi ulteriori per es. aumentando il numero di guide e automatizzando la fase di confronto tra le mappature di ognuno di loro.
Se non si elevasse troppo l’impegno di ogni partecipante si potrebbe pensare di far eseguire a tutti¬†l’estrazione dei concetti da ogni intervento mediante¬†folksonomy¬†e persino la mappatura di tutte le informazioni da parte di ognuno.

Un metodo già consolidato che può sembrare utile per analizzare e confrontare i risultati è il card sorting ma, oltre al maggiore impegno di ogni partecipante, si adatta poco alla elevata dinamicità della comunità e soprattutto richiede a ognuno singolarmente di avere una certa familiarità, una opinione ben formata su tutti gli argomenti e una visione d’insieme stabile (pena una notevole perdita di efficienza), il che è possibile solo nei gruppi ben selezionati (nei panel) ma ha poco senso all’interno di una ampia e eterogenea comunità.
In realtà questi sviluppi sembrano poter beneficiare di modelli in grado di riconoscere pattern a cui si è stati addestrati per arrivare a delle previsioni, come quelli di reti neurali.
O, addirittura, di veri social network (come Hunch).


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