Alla fine del 2012 avevo scritto: il meglio deve ancora venire.
In effetti il meglio è iniziato ad arrivare nel 2013 e in prospettiva il 2012 si è rivelato un anno di transizione.
Finalmente possiamo iniziare a dare una risposta alla domanda che ci facevamo di frequente all’inizio di quel lontano 2007 con altri amici: sì ok, ma Twitter a cosa serve? Continue reading
Author Archives: Luca Alagna
quanti sono gli elettori italiani su Twitter?
Uno dei temi caldi della campagna elettorale in corso è il ruolo che la Rete può giocare nella caccia ai voti.
Naturalmente Internet è già utilizzata da tempo in politica e i Social Media (tra cui Facebook) hanno assunto un ruolo stabile ma è in particolare Twitter che sta attirando le maggiori curiosità per la fama e l’eco che è riuscito a guadagnarsi negli ultimi anni sui mass media tradizionali.
Le misure quantitative sul ruolo di questa modalità di interazione sono attualmente poco significative (al contrario dei media classici a cui siamo abituati) anche perché non abbiamo la conoscenza completa del contesto in cui agiscono, che potrebbe estendersi quasi in ogni ambito.
D’altro canto le misure qualitative, compreso il discusso sentiment, mancano ancora di solidi modelli interpretativi lasciando per adesso come unica strada le buone pratiche di strategia.
Il paradosso in un sistema come Twitter che macina tanti dati (500 milioni di tweet al giorno) è proprio quello di non avere ancora abbastanza dati (e modelli) per capire davvero.
All’origine di questa incertezza c’è anche Twitter stesso, il cui modello di business è ancora empirico, che rilascia dati con grande lentezza e prudenza e cerca di rendere l’interazione esterna con i propri dati non agevole o molto costosa.
Non esistono insomma delle statistiche periodiche pubbliche sull’utilizzo e su ogni aspetto di Twitter, anche a livello locale.
Sappiamo ufficialmente che gli utenti attivi nel mondo sono 200 milioni ma non abbiamo molti altri dettagli.
Esistono naturalmente numerose ricerche (più o meno valide a seconda del loro valore statistico) sui numeri di twitter che ci mancano ma pur sempre privi dell’aspetto analitico originario che ci aspetteremmo da un sistema di questo tipo. Continue reading
un’informazione #DigitalFirst col finanziamento @Pubblico, la via italiana?
A poco più di tre mesi dalla sua uscita in edicola Pubblico, il quotidiano fondato da Luca Telese, annuncia lo stop alle pubblicazioni.
Non sappiamo se e come sarà salvato nel 2013, se proseguirà online ma l’ultimo numero stampato per ora sarà quello del 31 dicembre.
In realtà neanche oggi sarà in edicola perché la redazione è entrata in sciopero.
Già nei giorni scorsi Telese aveva dato l’allarme chiedendo uno sforzo ai lettori e sostenitori e spiegando cosa stesse accadendo.
In estrema sintesi, gli obiettivi per la parte digitale erano in linea con le previsioni (soprattutto per la parte di advertising) mentre dopo il primo mese il calo delle vendite cartacee e degli abbonamenti è stato consistente, portando lontano dal punto di sopravvivenza.
Ora molti si chiedono come sia possibile che in soli tre mesi un quotidiano fallisca la sua impresa e puntano il dito contro il business plan. Continue reading
Snow Fall, la vera valanga sull’editoria giornalistica online
In queste ore sta destando ammirazione il pezzo multimediale “Snow Fall” di John Branch pubblicato sul sito web del New York Times.
È il racconto sui sopravvissuti a una terribile valanga a Tunnel Creek sulle Cascade Mountains nello Stato di Washington, nel febbraio 2012.
Non si tratta del solito articolo con il formato ereditato carta, più o meno adattato alla lettura su web e ottimizzato per advertising e motori di ricerca, ma di una narrazione testuale integrata strettamente con contributi multimediali (video, interviste, ricostruzioni, foto).
Il risultato non è appesantito, come spesso avviene in progetti di questo tipo, stupisce per la scorrevolezza su ogni device ed è piacevole, quindi informativo.
Inevitabile, quindi, la domanda che corre online se questa possa essere una strada valida per i nuovi modelli di business giornalistici digitali. Continue reading
dal citizen dentist di @riotta al citizen orthodontist #Twitter #giornalismo
Il pezzo di Gianni Riotta per la sezione libri de La Stampa restituisce una visione critica dell’informazione in Rete e sui Social Media che molti condividono da tempo.
Lo dico subito: non è più possibile, come qualche tempo fa, pensare che ci sia superficialità o scarsa conoscenza altrui del fenomeno e sperare in maggiori ulterori approfondimenti.
Il 2012 è l’anno zero delle social media news, è stato sperimentato molto ormai, se ne sono accorti tutti, se n’è scritto tantissimo (e la lista dei libri proposti da Riotta ne è un esempio).
Sono critiche fondate? Probabilmente sì e andrebbero affrontate.
Si tratta solo di uno scontro tra ottimisti e prudenti? Tra chi vede nella Rete l’avverarsi quasi messianico di un’Utopia e chi vede continuamente pericoli alla privacy, di disinformazione, addirittura di controllo di massa? Continue reading
anatomia della “morte” di Fidel Castro: Twitter è un ecosistema informativo
Che ruolo occupa Twitter (e le sue derivazioni) nel panorama informativo?
Possiamo davvero pensare di usarlo superficialmente come un’agenzia di news in grado di sfornare titoli per i newsticker dei TG?
Il caso dell’ennesima “morte” di Fidel Castro è emblematico.
Dopo l’entusiasmo di un periodo in cui si è dimostrato un modo utile per aggregare, per ricevere informazioni dai regimi con la censura, per dare alcune informazioni dal basso (e dopo la sbornia e l’attenzione dell’ultimo anno) il rischio è che possa essere scambiato per qualcosa che non è, o essere addirittura snaturato.
Twitter non è per sua natura un’agenzia di stampa, né i suoi TT (Trending Topics o Tendenze) possono essere letti come titoli editoriali: se sono lì possono esserci motivi molto diversi.
Proviamo ad analizzare il caso più recente (per casi appena precedenti si può partire da un post di Pierluca Santoro).
Nella notte tra il 2 e il 3 gennaio 2012 si sparge la voce su Twitter che Fidel Castro è morto. Continue reading
la rivincita del blog #risorgiblog
È in corso un dibattito in Rete sul (nuovo) ruolo del blog nell’ecosistema online, in particolare italiano.
Lo sta curando da vicino Giovanni Boccia Artieri che mi ha fatto una domanda, per il suo articolo riassuntivo, a proposito del nuovo blog Instant.stilografico e l’idea che c’è dietro.
Ci sarà tempo di parlare dell’idea di Instant, che sta nascendo, ma nel frattempo ne è venuta fuori una riflessione che ri propongo qui, per fissarla meglio.
come vedi la relazione fra il blog personale e
la presenza delle segnalazioni/conversazioni sui social network. E che
modello stai usando tu di integrazione. Dico integrazione non in senso
tecnico ma concettuale perché mi sembra che sia nel design che nel modo
di concepire i post e le sezioni hai sviluppato un’integrazione che è un
bellissimo progetto.
È vero che ciclicamente si parla di “morte del blog” o si fa il punto della situazione sugli strumenti ma io credo che stavolta stiamo entrando in una nuova fase.
La prospettiva non è più uniforme come prima, le informazioni (nel senso più generale possibile) si stanno sgretolando non solo in più strumenti ma in più livelli di percezione.
È vero che il blog non è mai morto, o forse è morto e poi resuscitato, ma è anche vero che il mondo dei blog di 10 anni fa non esiste più.
Da una prospettiva “editoriale” non è più possibile una Teoria del Tutto, in cui il blog aveva un suo posto ben preciso (e un suo ritmo), i Social Media offrono più livelli di percezione e il blog ne esce cambiato. Continue reading
2011, un anno, che anno. #yearinhashtag #remix
Che anno incredibile il 2011.
Un anno denso di felicità, e chi mi conosce sa che di solito non amo raccontare troppo dei miei fatti privati (anche se alla fine è venuto fuori e allora devo ringraziare infinitamente chi ha voluto condividere questa felicità con me) che stavolta mi hanno impegnato per mesi facendomi correre dietro il lavoro e le passioni.
Un anno costellato anche di grandi dolori, che ci lasciano incompleti, o ciechi senza gli occhi di chi mi ha visto (e ci ha visto) in maniera acuta e affettuosa.
Un anno in cui, finalmente, molti hanno iniziato anche in Italia ad approfondire su Twitter il valore di un modo diverso di comunicare, di informarsi, di aggregarsi in cui credo molto dal 2009 e che ha indubbiamente ancora un bel po’ di strada da fare per essere considerato sostenibile.
Un altro anno in cui ho filtrato migliaia di tweet, informazioni, fatti, collegamenti guardando negli occhi la felicità, la disperazione, la morte, la vita, la speranza.
Un anno in cui mi è capitato di parlarne in tv o di raccontarlo ai giornali (o ai giornalisti) perché è così tanto importante che sia condiviso proprio da tutti.
Un altro anno che ha cambiato le cose e che, alla fine, termina con Year in Hashtag che, come in un film, ti mostra la Storia che hai vissuto. Continue reading
l’informazione divertente funziona meglio di quella seriosa?
Secondo una ricerca della Farleigh Dickinson University negli USA gli spettatori di Fox News sono portati ad essere meno informati persino di chi non si informa del tutto.
Se non l’avete presente, Fox News, del gruppo News Corp. di Murdoch, è un canale all-news americano decisamente fazioso a favore dei Repubblicani e dei conservatori.
Sono quelli che ogni tanto mostrano “involontariamente” mappe in cui l’Egitto confina con l’Iran o in cui Sydney si trova nel nord dell’Australia.
Non meraviglia quindi che, secondo la ricerca, il 20% dei suoi spettatori pensi che il regime siriano sia già caduto per mano della protesta o che il 24% ritenga che il regime di Mubarak sia ancora in piedi, non male per un canale di news!
Probabilmente neanche in Italia riusciremmo a digerire un canale del genere. Continue reading
FAQ su Twitter per ‘star’ intraprendenti
In queste ore sembra che molti protagonisti dello showbiz italiano (soprattutto tv) si stiano iscrivendo a Twitter personalmente, fake a parte.
Sarà l’effetto Fiorello #ilpiugrandespettacolodopoilweekend, saranno le agenzie di comunicazione o i consigli di qualche altro amico famoso ma stiamo ritrovando facce da massmedia a tiro di tweet.
Molti storceranno il naso ma credo sia una cosa tutto sommato positiva per la twittosfera italiana, ancora relativamente piccola, anche se oggetto misterioso preferito dalle testate giornalistiche, che porterà forse più confusione ma probabilmente varietà di argomenti e meno polarizzazione: è il “mondo reale” baby, direbbe qualcuno.
Sono state proprio le star, e i dettagli sulla loro vita con tanto di foto, che hanno dato una spinta determinante a Twitter negli USA, trasformandosi poi lì nello strumento di news diffuse che conosciamo. Continue reading