Quando forse neanche tutta l’amministrazione (o l’esercito) USA sapeva dell’attacco segreto delle forze speciali americane in un villaggio del Pakistan dove si riteneva fosse nascosto Osama Bin Laden un blogger ne stava già twittando al mondo.
Sohaib Athar, un consulente informatico pakistano che vive ad Abbottabad vicino Lahore, notava una strana presenza di elicotteri all’una di notte:
Era l’inizio dell’attacco che porterà a uno dei momenti che probabilmente saranno ricordati nella storia: l’uccisione di Bin Laden.
Nell’azione un elicottero esplode:
Qualche ora dopo Barack Obama si presenta in tv e dichiara che Osama Bin Laden è stato individuato e ucciso in Pakistan.
Poco prima la prima conferma ufficiale di ciò che stava accadendo arriva ancora una volta da Twitter, da parte del capo dello staff di Donald Rumsfeld:
Durante l’annuncio in tv di Obama Twitter è ancora una volta il primo testimone dell’evento e si riempie di tweet sull’argomento:
Quasi il 15% dei tweet mondiali parla di “Bin Laden”, un livello tra i più alti di sempre.
Naturalmente Sohaib Athar non è l’unico in quella zona del Pakistan ad accorgersi di quello che sta accadendo (benchè lì i twitterer siano pochi), anche Mohcin Shah raccoglie e chiede informazioni
Probabilmente siamo di fronte a un altro frammento di storia dell’informazione.
Non solo Twitter (e di conseguenza i Social Media) è stato il mezzo più veloce a diffondere la notizia, vivendo un “CNN moment“, ma persino un’operazione segreta nel mezzo del Pakistan ha avuto i suoi testimoni in diretta sulla Rete.
I Social Media sono stati anche il primo posto dove la gente ha espresso in massa le proprie opinioni e sentimenti in un diluvio di post, messaggi, articoli che è ancora in corso.
Accanto a tutto questo la tv ha fornito tempestivamente le informazioni più istituzionali e ha diffuso il discorso di Obama: l’integrazione tra vecchi e nuovi media è possibile ed è un arricchimento dell’informazione.
aggiornamento:
Ho letto molti commenti critici sul fatto (riportato paradossalmente anche dai massmedia) che Twitter abbia battuto i media tradizionali.
Sono critiche che condivido perché non è un gara, non c’è vincitore, il ruolo del vecchio e del nuovo non è in contrapposizione ma c’è integrazione in questo momento storico.
Soprattutto quello a cui assistiamo non è un cambio di mezzo ma di filosofia (sia essa in TV, sui giornali o su Twitter).
Però per non rischiare di perdere il succo di quello che sta accadendo vorrei sottolineare il valore informativo di quello che è successo.
È vero che Sohaib Athar è stato un testimone involontario: come poteva essere altrimenti visto che si trattava di un’operazione segreta?
Eppure nonostante questo noi da qui siamo stati in grado di ricostruire la vicenda quasi in tempo reale (è un tempo inferiore a quello della stampa tradizionale), grazie ai contributi dei RT, degli annunci ufficiali, delle voci, della TV.
Sapevamo che stava succedendo qualcosa e la voce di questo si è diffusa, il mosaico si è completato con tanti altri contributi fino a diventare notizia.
È una situazione senza precedenti nella storia dell’informazione: non solo perché neanche le operazioni militari possono essere considerate veramente segrete ma le news al pubblico non arrivano più solo dall’alto con l’ufficialità ma vengono elaborate e filtrate anche da parte del pubblico stesso fino a diventare notizia (o critica alla stessa).
In altre parole un filtro intelligente (o umano) si sarebbe accorto quasi immediatamente che qualcosa stava accadendo in Pakistan, dandone notizia.
È questa una nuova forma, o un’evoluzione, di giornalismo?
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Sarebbe interessante avere anche una stima dei “favorevoli” e “contrari”, per così dire, all’evento. Su twitter italiano le reazioni sembrano più di condanna, o scetticismo per l’assassinio in sé.
esistono diversi strumenti per misurare il “sentiment” su Twitter ma non è facile orientarlo solo all’Italia…
Lo scetticismo è naturale, gli USA non stanno ancora fornendo alcuna prova mediatica, oltre l’annuncio di Obama.
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