Oggi Google ha introdotto una nuova funzione per la ricerca: Instant Search.
In poche parole gli utenti registrati su Google non appena digiteranno la prima lettera, e le seguenti, vedranno non solo i suggerimenti possibili (come accadeva fino ad oggi) ma il motore mostrerà subito la pagina dei risultati associata al primo termine suggerito, e questa pagina naturalmente cambierà man mano che si completa l’inserimento di ciò che si vuole realmente cercare.
Per fare un esempio se iniziate a inserire “f”, il primo termine suggerito è Facebook e comparirà subito la pagina dei risultati su “facebook”.
Ma se aggiungete una “o” (ottenendo “fo”) il primo termine suggerito diventa Ford e compare subito la pagina dei risultati associata a “ford”, e così via.
La funzione è attivata automaticamente e se non la si vuole usare è necessario disattivarla.
Il team di Google afferma che la nuova funzione permetterà di risparmiare dai 2 ai 5 secondi per ogni ricerca, aggiungendo bizzarri calcoli sui miliardi di secondi risparmiati nel mondo.
La conseguenza sarebbe che più fai ricerche e più risparmi tempo ma se fai tante ricerche al giorno probabilmente non stai cercando “facebook” o “ford” e ogni lettera che digiti genera chiamate e quindi traffico.
Se invece fai poche ricerche potrei suggerirti come impiegare in maniera proficua quegli 8 secondi al giorno che risparmierai ma non mi viene in mente nulla adesso.
Il secondo vantaggio, a detta di Google, sarebbe nel fatto che questi suggerimenti sono più intelligenti che in passato: non sai cosa stai cercando e mentre digiti ti arrivano nuovi suggerimenti.
Ora non riesco a figurarmi un utente che cerchi qualcosa senza sapere cosa, il problema piuttosto è cercare i termini giusti per arrivare al risultato che avevamo in mente.
Non è certamente un meccanismo basato sulle lettere (o su dizionari) ma sui concetti (quindi nel dominio dell’Intelligenza Artificiale).
D’altronde se sto cercando “foibe” che vantaggio potrei avere dal vedermi comparire davanti prima i risultati di “facebook” e poi quelli di “ford”?
Il terzo beneficio secondo Google sarebbe nel fatto che questi risultati compaiono velocemente sotto i nostri occhi, non c’è neanche bisogno di un invio, indicandoci se stiamo andando nella direzione giusta.
Anche qui si potrebbe dire che la ricerca letterale può non avere a che fare con ciò che stiamo cercando e il fatto che ci vengano forniti risultati sbagliati in pochissimo tempo è un eccellente dimostrazione ingegneristica ma priva di reale utilità per gli utenti.
In realtà l’effetto di questa funzione rischia di essere diametralmente opposto: distogliere continuamente l’attenzione dell’utente da ciò che stava cercando.
In altri termini Instant Search può diventare una forma di advertising testuale che ci viene somministrato mentre stiamo cercando quello che ci interessa davvero.
Per chi immagina nuove tecniche di SEO per inserirsi in questo meccanismo, io non mi farei molte illusioni, è plausibile che pagando si possa comparire in buona posizione.
Un altro effetto collaterale è nei confronti degli utenti meno esperti, e in Italia sono ancora la maggioranza.
Vedere cambiare velocemente i risultati dopo aver digitato qualche lettera può indurre innanzitutto a credere di aver premuto “invio” per errore e a ricominciare da capo.
Una volta presa consapevolezza di questa funzione la distrazione costante potrebbe essere l’effetto prevalente.
Infine un altro effetto sui meno esperti, che è un ulteriore vantaggio per Google, è di trattenere gli utenti che raggiungono i siti principali di interesse (facebook, quotidiani ecc.), e sono ancora in tanti, digitando una ricerca invece di inserire direttamente il nome del dominio o usare un segnalibro.
In conclusione sono tanti i motivi per cui Google può aver fatto questa sofisticata funzionalità ma hanno molto poco a che vedere con un miglioramento della user experience o delle reali modalità di ricerca.
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“Per fare un esempio se iniziate a inserire “f”, il primo termine suggerito è Facebook e comparirà subito la pagina dei risultati su “facebook”.”
Dai test effettuati, risulta che i suggerimenti offerti non sono uguali per ogni utente, inoltre funziona solo agli utenti loggati in Google.
@alessandro sì vale per gli utenti registrati, come avevo scritto all’inizio, e il risultato potrebbe cambiare per ogni utente ma gli effetti sulla UX sarebbero analoghi.
ci sarebbe anche il discorso su Google che ha interesse ad avere più “ricerche loggate” e quindi più dati disaggregati (?) sugli utenti e quindi preoccupazioni per la privacy. ma è un tema che secondo me rischia di essere un po’ sopravvalutato.
quando mi sono accorta di quello che stava accadendo ho controllato più volte la pagina, temevo di essere impazzita 😉
ma poi ho capito.
il mio dubbio è sulla capacità semantica di proporre la cosa più giusta per la mia ricerca.
alla fine le visite verranno dirottate verso i siti più popolari e frequenti (suggeriti dal motore)?
boh..
@nelli in effetti una vera innovazione del search sarebbe quella nella direzione semantica (in stile Wolfram Alpha, per dire) ma viene da pensare che a Google non convenga del tutto adesso.
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Attenzione a non fare lo stesso errore di Google… non cerchiamo di predire cosa comporterà la novità alla prima lettera digitata… 😉